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Bergamo

Il tratto disincantato e visionario di Molinaro in mostra alla Galgarte

Dal sabato 3 al 24 maggio nella galleria Galgarte, il pittore novarese Fabrizio Molinario presenta la nuova mostra personale “The people” .

Si inaugura sabato 3 maggio ore 18.30 alla galleria Galgarte in via del Galgario 13 la nuova serie People del pittore Fabrizio Molinario nato a Novara nel 1968.

Coltiva la passione per la pittura dagli inizi degli anni novanta, ma soltanto nel 2003 decide di far vedere al pubblico i suoi lavori, partecipando a mostre personali e collettive con artisti emergenti in ambito internazionale.

Il curatore della mostra Gian Piero Prassi Scrive: The People, la gente. Ma sarebbe meglio dire The mask. La maschera., le maschere che ci portiamo dentro e che emergono quando il cuore si eclissa e rifulgono allora astri oscuri, l’invidia, l’accidia, l’urlo becero.

Questa nuova serie di Fabrizio Molinario conferma la versatilità di un artista nato fuori dalle accademie, autodidatta ma non per questo non informato sull’arte contemporanea e sui suoi meccanismi.

Il suo percorso è partito dalla gestualità, da una materia quasi “action painting” che si cristallizzava in forme vulcaniche, come materia primigenia. Di stagione in stagione quel segno è rimasto magmatico, eppure si è inerpicato su diversi sentieri. Ora di un rigore geometrico, più spesso dal sapore arcaico. Qui i richiami e gli incroci sono davvero tanti. C’è senza dubbio l’eco delle maschere tribali africane (che del resto “acchiapparono” anche maestri come Pablo Picasso), l’immediatezza del disegno infantile. Poi sotto pelle c’è l’espressionismo feroce di George Grosz che torna trasfigurato ma semmai ancor più feroce.

Tante le influenze artistiche, assorbite dalla frequentazione assidua di eventi e comunità artistiche, dalla presenza in contesti fieristici e anche internazionali, vedasi la recentissima esposizione in Bulgaria.

Di pari passo con l’assorbimento di “smog culturale” dall’ambiente sociale in putrefazione. Sembrerebbe non esserci spazio per la speranza, i “neo-primitivi” avanzano e l’artista registra questo stato di fatto, forse lo amplifica ma non lo ignora certo.

Lo spazio lo devi trovare nel lato infantile di questi lavori, un ritorno alla semplicità, una messa in discussione delle strutture mentali ed etiche che vengono scardinate ma anche in un qualche modo rigenerate. Intanto però viviamo ancora la decadenza, la discesa agli inferi. Usciremo a riveder le stelle… ma non domani e nemmeno dopodomani. www.galgarte.it/eventi

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