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Il 4-3-3 non s’ha da fare A meno che Marino non rivoluzioni la squadra

Il nostro Luciano Passirani analizza il pareggio rimediato dai nerazzurri domenica sera contro il Genoa, in un match che ha messo nuovamente in risalto i limiti tecnico-tattici di un modulo, il 4-3-3, che proprio non si riesce a sposare con la rosa di Colantuono.

di Luciano Passirani

L’Atalanta veniva da tre sconfitte consecutive. Il Genoa addirittura da quattro. Fin troppo facile pronosticare un pareggio che andasse bene a tutti. E così è stato. Serata quindi dalle poche emozioni, salvo convincerci che entrambe le squadre erano partite con l’obiettivo di salvarsi. Nulla più, anche se a guardare dentro la storia era il Grifone a dovere sognare qualcosa di più all’inizio del campionato. Alla fine ha sognato solo l’Atalanta, meno male che come sempre i sogni svaniscono all’alba e ci si ritrova con le realtà del giorno prima. Per l’Atalanta sono rappresentate da una rosa che deve per forza avere qualcosa in meno di Verona, Torino e Parma visto che ci precedono. Senza offesa per nessuno. Meglio saperlo fin d’ora.

La salvezza tranquilla per entrambe è un risultato da accettare. Bergamo fatica e continua a pensare in grande. Anche Preziosi, che per salvarsi ha presto cambiato allenatore e, a gennaio, mezza squadra.

Colantuono con il Genoa riparte con prove tattiche per il futuro, come dargli torto. Peccato che siano già vecchie. Il 4-3-3 provato tutta estate e accantonato dopo i primi 20 minuti di Cagliari all’esordio, anche contro il Genoa non ha convinto. Fin troppo chiaro l’obiettivo in società. La convivenza Cigarini–Baselli si può immaginare solo se a metà giochi a tre. Altrimenti via presto uno dei due. Ok, ma chi? Quello che sta peggio, poi, è Migliaccio, un pesce fuor d’acqua. Colantuono se ne rende conto, non può dirlo, accenna solo ad un sistema di gioco da rivedere. Speriamo solo di non rivedere il tormentone dell’estate scorsa. Fin d’ora se il modulo vuole essere il 4-3-3 bisogna completamente rivedere gli attori in mezzo al campo. Se rimane Cigarini, i compagni non possono essere Baselli e Migliaccio. Servono incursori di centrocampo, non certo questo Migliaccio e Baselli può stare solo basso. Quindi o lui o Cigarini. C’è tanta materia per Marino. Importante è scegliere. Dirò di più, Denis senza Moralez alle spalle si deprime fino a sbagliare il rigore. Allora a che serve riprovare un modulo nel quale il "piccolo" argentino ha già dimostrato di non integrarsi?

Sconfitta evitata, quindi quella contro il Genoa? Gasperini, allenatore del Genoa sembra avere pochi dubbi. "Gli arbitri hanno inciso molto". In effetti il pareggio di De Luca è in fuorigioco di almeno un metro. Analizzando le decisioni di Peruzzo, espulsione di Portanova e rigore non fischiato nel finale a Gilardino compresi, queste finiscono per accontentare l’Atalanta. Non certo il Genoa. Ma pareggio era nell’aria anche alla vigilia.

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