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A roma

Notte bianca di preghiera per i santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II

Domenica 27 aprile Roma si prepara alla canonizzazione di due tra i più amati e popolari Pontefici del Novecento: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Roma e il Vaticano si stanno preparando all'evento, la diocesi di Bergamo invita a vivere questo momento con dei segni concreti di carità.

Una veglia di preghiera la sera della vigilia in numerose chiese di Roma; diverse centinaia di migliaia di persone; la possibile presenza del Papa emerito Benedetto XVI; la grande Concelebrazione presieduta da Papa Francesco in piazza San Pietro domenica 27 aprile. A grandi linee è il programma della canonizzazione contemporanea di due Papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, un evento rarissimo, se non unico nella storia della Chiesa.

«Le canonizzazioni sono una grazia che il Signore ci fa mostrando come modelli di vita cristiana anzitutto due uomini di fede» dice il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma.

Martedì 22 aprile alle 20,30, nella basilica di San Giovanni in Laterano, la Cattedrale di Roma, incontro per giovani, presieduto da Vallini, con l’intervento dei due postulatori, padre Giovangiuseppe Califano per Papa Giovanni e monsignor Slavomir Oder per Giovanni Paolo II, e catechesi di don Fabio Rosini, direttore del servizio per le vocazioni del Vicariato.

Poi sabato 26 aprile dalle 21 «notte bianca di preghiera» nelle chiese del centro di Roma «per pregare e confessarsi».

Saranno letti brani della Bibbia e testi tratti da scritti dei due Pontefici; in 11 chiese animazione liturgica in diverse lingue. In vista del 27 aprile saranno attivati diversi canali sui social media per coinvolgere in particolare i giovani. Anzitutto un portale: www.2papisanti.org in diverse lingue e un account twitter @2popesaints.

Le canonizzazioni avranno anche una presenza su YouTube e Facebook. Nei prossimi giorni sarà disponibile l’applicazione «Santo subito» dedicata a Karol Wojtyla.

Il 27 aprile sarà la II domenica di Pasqua della «Misericordia Divina».

Alla Messa presieduta da Papa Francesco concelebreranno un migliaio tra cardinali e vescovi, 700 i sacerdoti che amministreranno la Comunione in piazza San Pietro, centinaia di diaconi in via della Conciliazione.

Gli arazzi saranno gli stessi usati per le beatificazioni: il 3 settembre 2000 quando Papa Wojtyla beatificò Papa Giovanni; il 1° maggio 2011 quando Papa Ratzinger beatificò Giovanni Paolo II. Il reliquiario di Karol Wojtyla sarà lo stesso della beatificazione e ne verrà realizzato uno identico per Angelo Giuseppe Roncalli.

Saranno presenti le due miracolate da Wojtyla, mentre nel caso di Roncalli, Papa Francesco ha esentato l’accertamento del secondo miracolo.

Dopo la Messa, in San Pietro si potranno venerare le tombe dei due nuovi santi, per i quali verrà cambiato il termine da «beato» in «santo». Papa Wojtyla riposa nell’altare di San Sebastiano, seconda cappella della navata destra, con i monumenti a due Papi del Novecento, le statue di Pio XI (1922-1939) e Pio XII (1939-1958), scolpita da Francesco Messina nel 1964. Nella navata di destra c’è la Cappella Gregoriana con l’altare di San Girolamo, con la tomba di Papa Roncalli.

Le due tombe sono meta di un pellegrinaggio incessante di persone.

Le immagini televisive saranno per la prima volta visibili anche in tre dimensioni: infatti le riprese verranno realizzate dal Centro televisivo vaticano (Ctv) in collaborazione con Sony e Sky e col supporto tecnologico di Eutelsat, impegnata con numerosi satelliti per la trasmissione in tutto il mondo: Dbw communication, Nexo, Globecast e con il contributo dei Cavalieri di Colombo.

Padre Federico Lombardi dichiara che «non ci saranno biglietti», anche per evitare le solite manfrine dei «furbastri» che tenteranno di buggerare gli ingenui.

Comunque merita ricordare che i biglietti distribuiti dalla Prefettura della Casa pontificia, per partecipare alle celebrazioni e alle udienze papali, sono sempre e totalmente gratuiti, come lo sempre stati in passato. Piazza San Pietro, via della Conciliazione e le altre vie saranno libere: «Chi arriva assiste, partecipa, non si prevedono biglietti. Non chiedeteli perché non ci saranno».

Qualcuno aveva azzardato cifre assolutamente folli: 3-5 milioni di persone, senza considerare che sotto una tale massa di persone sprofonderebbe il Vaticano e Roma. A richiesta dei giornalisti, Lombardi dice: «Non vi sono previsioni vaticane sui numeri. Speriamo che vengano tante persone, ci prepariamo ad accoglierle bene, senza timori. Posso solo dire che, in base alla mia esperienza, quando si riempie tutta piazza San Pietro, via della Conciliazione e le vie circostanti si arriva a 200-250 mila persone. Se pensiamo che nella città di Roma abitano 3 milioni e 700 mila persone, direi che cifre di quest’ordine sono un po’ al di là dell’attendibile. Siamo nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di persone». E non di milioni.

Quanto all’ipotesi della presenza del Papa emerito Benedetto XVI in piazza San Pietro quel giorno – commentato Lombardi – «è chiaro che c’è una certa attesa. Possiamo dare per normale che sia invitato, però manca quasi ancora un mese. Bisogna vedere se lui si sente, se desidera essere presente in una circostanza così impegnativa. Quindi è una possibilità aperta, non c’è nessuna sicurezza».

Per i giornalisti che verranno da tutto il mondo – già se ne sono accreditati centinaia – vi sarà un centro media speciale, due pedane per le televisioni al fondo di piazza San Pietro e in fondo a via della Conciliazione. Vicariato e Sala Stampa stanno studiando una serie di incontri con i postulatori delle cause, con gli storici del papato, con gli storici del Concilio Vaticano II, con i testimoni dei miracoli.

Monsignor Giulio Dellavite, segretario generale della Curia di Bergamo, ha annunciato che «la diocesi di Bergamo si sta preparando affinché la canonizzazione abbia ricadute nella vita ordinaria in modo che ognuno si senta provocato nei propri stili di vita, facendo emergere una carità popolare e una solidarietà fatta di piccoli gesti. Il punto di partenza è il messaggio per la Quaresima di Papa Francesco, che ha richiamato i tre volti della povertà: materiale, spirituale e culturale. Il vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi ha fatto propria questa triplice attenzione, chiedendo: «Cosa può fare la Chiesa di Bergamo ponendosi nel solco del magistero giovanneo?». Hanno così preso forma le «opere segno»: segni di attenzione, carità, promozione umana ed educazione come cammini di solidarietà che hanno delle ricadute sulla vita ordinaria. Il primo filone, 800 mila euro per Haiti: dopo la consegna della scuola edile che verrà intitolata a Papa Giovanni, si garantisce il sostegno dell’attività scolastica per i prossimi tre anni. Secondo intervento: progetto europeo con il supporto alla parrocchia di Shengjin nella diocesi di Lezhe in Albania, 600 mila euro con la costruzione della chiesa e del centro pastorale e progetto di trasformazione di una caserma dismessa in un luogo di accoglienza per i poveri: 600 mila euro per i lavori e 300 mila euro all’anno per la gestione. Il secondo filone è l’attenzione particolare alle famiglie colpite dalla crisi: sarà incrementato con 600 mila euro il fondo famiglia-lavoro, «con l’invito ai sacerdoti a devolvere una loro mensilità a questo scopo» e un nuovo fondo famiglia-casa per sostenere i nuclei con difficoltà abitative: «La copertura finanziaria è di 3 milioni di euro su due anni, ricavati dalla vendita di immobili della diocesi». Il terzo filone «è rivolto al mondo culturale e socioculturale per aiutare i giovani tra i 18 e i 35 anni a diventare cittadini del mondo sostenendo le scelte di vita al servizio dei popoli più poveri del mondo e promuovendo borse di studio pre e post dottorato per i progetti di ricerca della Fondazione Papa Giovanni XXIII sui grandi temi generati dalla poliedrica figura di Papa Roncalli».

Pier Giuseppe Accornero

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