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L'analisi

La Foppa a Waterloo, ora per le rossoblù si mette davvero male

Non vorremmo scomodare Napoleone ma parlare di una Waterloo non è fuori luogo. Certo, a differenza della storica e cruenta battaglia del 1815, il verdetto non è definitivo, le rossoblù hanno ancora la possibilità di risollevarsi sabato, ma l’effetto devastante è stato tanto inaspettato quanto pesante da cancellare in soli tre giorni.

di Alberto Caprini

Qui si mette male. La Foppa combina un bel pasticcio lasciando via libera a Busto in gara-uno dei quarti al termine di una prestazione imbarazzante. Non vorremmo scomodare Napoleone ma parlare di una Waterloo non è fuori luogo. Certo, a differenza della storica e cruenta battaglia del 1815, il verdetto non è definitivo, le rossoblù hanno ancora la possibilità di risollevarsi sabato, ma l’effetto devastante è stato tanto inaspettato quanto pesante da cancellare in soli tre giorni.

SENZA STORIA – Tre a zero il risultato, una squadra in costante affanno ad inseguire un avversario più aggressivo in tutti i fondamentali e attento a non commettere errori. Due set in cui si è almeno lottato, dove le ragazze hanno limitato i danni ma con l’aggravante di un terzo set perso per 25-11 (se non è record poco ci manca). Un parziale che non vedevamo l’ora finisse sperando di risvegliarci dopo aver vissuto un incubo. Il tempo di processi e sentenze non è ancora arrivato, sabato al PalaYamamay (ore 20.30) le ragazze potranno ancora raddrizzare la baracca cancellando completamente questa serata dalla loro mente e da quella di chi c’era. Lavarini dovrà essere bravissimo in queste 48 ore a eliminare scorie e tossine e a ritrovare la sua squadra, quella capace di rivaleggiare con Piacenza e Conegliano, ovvero con due squadre ben più forti della Yamamay. E proprio il fatto che una partita simile sia irripetibile lascia ancora accesa la fiammella della speranza, di un riscatto che avrebbe il sapore dell’impresa in uno dei palazzetti più caldi e difficili della serie A. E pensare che la serata era iniziata con un sorriso: entrando al PalaNorda notavamo la bella sorpresa della “piccionaia” di nuovo agibile per accogliere i tifosi orobici. Uscendo tuttavia non potevamo esimerci da un’amara considerazione: giocando così non faremo nemmeno a tempo a godercela.

CIFRE EMBLEMATICHE – Ma da dove nasce questa disfatta? Semplice anche analizzarla, nel senso che non ha funzionato quasi niente. Le cifre sono impietose, iniziando dal muro, fondamentale in cui le biancorosse hanno spadroneggiato: 13 a 2 il conto finale. E il terzo set, non giocato dalle nostre, è iniziato con la centrale Michel che firmava quattro muri consecutivi su tre diverse attaccanti rossoblù. Troppi anche gli errori in attacco (13 contro i 4 di Busto) con una sequenza raggelante nel primo set: dal 15-15 al 15-20 con attacchi out di Folie, Blagojevic, Diouf e murone di Arrighetti. Anche gli otto errori al servizio hanno pesato nell’economia del match: quando insegui se non mandi di là la palla tutto per le avversarie diventa più semplice. Solo la ricezione ha funzionato discretamente mentre l’attacco è uscito ridimensionato più, come dicevamo, dagli errori punto che dalla percentuale (39%). E Diouf per l’ennesima volta è stata sovraccaricata di lavoro (42 palloni su 103) finendo con lo spegnersi alla distanza.

CAMBI INUTILI – Lavarini le ha tentate tutte iniziando da Weiss per Smutna (male la ceca sia nelle scelte che nella misura delle alzate), proseguendo con Sylla per Loda (25% la prima, 27% la seconda), gettando nella mischia anche Melandri per una Stufi irriconoscibile (un punto a muro in due set) fino alla mossa della disperazione di Klisura nel terzo. Ma il problema non era una giocatrice piuttosto che un’altra ma l’atteggiamento generale di timore e nervosismo come ha ammesso il tecnico a fine gara: “Non abbiamo trovato mai il giusto equilibrio fondamentalmente, dovremo rivedere tutto per il ritorno e valutare se ripartire con una delle situazioni che abbiamo proposto o qualcosa di alternativa. Sabato è un altro giorno e cercheremo di prepararci al meglio per quell’impegno che sarà un’altra storia rispetto a questa”.

C’è ancora fiducia quindi nell’ambiente ma sarà decisiva una sterzata decisa per non trasformare una stagione positiva in una da dimenticare per l’epilogo crudele. O quantomeno, che si vinca o che si perda, per chiuderla con una prestazione degna della maglia rossoblù, di quello che rappresenta e non da amichevole infrasettimanale.

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