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Politica

Ecco il Senato di Renzi, “eliminiamo rimborsopoli”

"Il Senato non vota la fiducia. Non vota le leggi di bilancio. Non e' eletto. E non ha indennita': i rappresentati delle Regioni e dei Comuni sono gia' pagati per le loro altre funzioni". Il premier Matteo Renzi parte dai quattro punti irrinunciabili della riforma del Senato per parlare del testo che oggi andra' in Cdm in un'intervista al 'Corriere della Sera'.

"Il Senato non vota la fiducia. Non vota le leggi di bilancio. Non e’ eletto. E non ha indennita’: i rappresentati delle Regioni e dei Comuni sono gia’ pagati per le loro altre funzioni". Il premier Matteo Renzi parte dai quattro punti irrinunciabili della riforma del Senato per parlare del testo che oggi andra’ in Cdm in un’intervista al ‘Corriere della Sera’. 

Renzi respinge le proposte arrivate ieri dal presidente Pietro Grasso e sottolinea: "Sono molto colpito da questo atteggiamento del presidente Grasso. Io su questa riforma ho messo tutta la mia credibilita’; se non va in porto, non posso che trarne le conseguenze. Mi colpisce che la seconda carica dello Stato, cui la Costituzione assegna un ruolo di terzieta’, intervenga su un dibattito non con una riflessione politica e culturale, ma con una sorta di avvertimento: ‘Occhio che non ci sono i numeri’. Se Pera o Schifani avessero fatto cosi’ oggi avremmo i girotondi della sinistra contro il ruolo non piu’ imparziale del Senato".Continua nella sua riflessione Matteo Renzi: "L’elezione diretta del Senato e’ stata scartata dal Pd con le primarie, dalla maggioranza e da Berlusconi nell’accordo del Nazareno. Non so se Forza Italia ora abbia cambiato idea; se e’ cosi’, ce lo diranno. L’accordo riduce il costo dei consiglieri regionali, che non possono guadagnare piu’ del sindaco del comune capoluogo. Elimina Rimborsopoli. E’ un’operazione straordinaria, un grande cambiamento. E’ la premessa perche’ i politici possano guardare in faccia la gente. Se vogliamo eliminare la burocrazia, le rendite, le incrostazioni, la logica di quella parte dell’establishment per cui ‘si e’ sempre fatto cosi”, dobbiamo dare il buon esempio.  Dobbiamo cominciare a cambiare noi. Con la legge elettorale, con l’abolizione delle Province, con il superamento del Senato.   Rimettere dentro, 24 ore prima, l’elezione diretta dei senatori e’ un tentativo di bloccare questa riforma. E io la rilancio. Scendo io in sala stampa a Palazzo Chigi, con i ministri, a presentarla".

Insiste il premier: "Quel che dev’essere chiaro e’ che su questo punto mi gioco tutto". E ancora: "Non puoi pensare di dire agli italiani: guardate, facciamo tutte le riforme di questo mondo, ma quella della politica la facciamo solo a meta’. Come diceva Flaiano: la mia ragazza e’ incinta, ma solo un pochino. Nella palude i funzionari, i dirigenti pubblici, i burocrati ci sguazzano; ma nella palude le famiglie italiane affogano. Basta con i rinvii, con il ‘benaltrismo’. Alla platea dei ‘benaltristi’, quelli per cui il problema e’ sempre un altro, non ho alcun problema a dire che vado avanti: non a testa bassa; all’opposto, a testa alta. Noi il messaggio dei cittadini l’abbiamo capito, non a caso il Pd vola nei sondaggi: la gente si e’ resa conto che ora facciamo sul serio. Avanti tutta".

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