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Verdello

Cure compassionevoli Via alla raccolta firme per il diritto di cura

Iniziata la raccolta firme per chiedere la modifica della legge Turco-Fazio e del decreto Balduzzi e proporre una Legge di iniziativa popolare per "garantire l'accesso alle metodiche compassionevoli con trattamenti su base non ripetitiva mediante l'utilizzo di cellule staminali mesenchimali adulte".

Il primo gazebo per la raccolta firme è domenica 30 marzo, in piazza a Verdello in occasione della festa “Sei di Verdello se…”, ma si potrà firmare fino al 10 settembre, per la proposta di Legge di Iniziative Popolare per garantire l’accesso e l’equità di trattamento a tutti i cittadini che si avvalgano dell’utilizzo delle terapie compassionevoli.

L’iniziativa è la prima del “Comitato Promotore Metodiche Compassionevoli” che si è costituito nelle settimane scorse a Roma e che conta 17 persone, tra questa anche due bergamaschi Thomas Ghidotti, papà di Nicola, e Lorella Conte, familiare di una persona colpita di sclerosi multipla.

“Attraverso questa proposta di legge – afferma Thomas Ghidotti – vogliamo ristabilire la libertà di cura attraverso l’utilizzo di cellule staminali mesenchimali adulte. Ma non solo, siamo la voce di genitori e familiari di persone malate, che chiedono il diritto di cura. Ci battiamo perché la gente capisca che non è una questione di lotta per il proprio figlio, ma per vedere riconosciuto il proprio diritto di cura, come previsto dalla nostra costituzione”.

L’iniziativa legislativa, formata dall’organo di vigilanza sulle azioni di enti ed istituzioni Alleanza, è mirata a chiarire e definire i trattamenti “su base non ripetitiva mediante l’utilizzo di cellule staminali mesenchimali adulte”, normate nel decreto Ministeriale Turco Fazio e nella successiva legge di conversione Balduzzi, è stata depositata presso la Corte di Cassazione e notificata sulla Gazzetta Ufficiale. Perché la proposta di legge di iniziativa popolare venga accolta serviranno 50mila firme, anche se il Comitato punta a superare questa soglia proprio per ribadire l’importanza di vedere riconosciuto il proprio diritto. Il Comitato Promotore tiene a precisare di essere “Pro Metodica” e non “Pro Stamina”.

“Siamo convinti della necessità di regolamentare la metodica relativa alle cellule staminali mesenchimali adulte – dichiarano i responsabili del Comitato -, che ha dato ottimi e concreti risultati. Garantendo ai malati ed ai cittadini la massima trasparenza. Cosa diversa è il Metodo Stamina”.

“Con la Proposta di Legge non si vuole avanzare un riconoscimento a “Stamina Foundation” o al “Metodo Vannoni”. A fronte delle indagini in corso dal punto di vista medico-scientifico e da quello giuridico – dichiara Elisa Visconti Salvi, presidente do “Alleanza Italiana” -, avanzate dalle istituzioni preposte, che dovranno tenere conto sia dei diritti del malato, che dei risultati ottenuti dopo 400 infusioni presso il nosocomio di Brescia, il Comitato Promotore si riserva di esprimere nel corso di questo percorso di incontri, le proprie posizioni, che per ciò che ci concerne si basano sull’esclusiva tutela dei diritti del malato e dei cittadini italiani e sulla richiesta da parte di tutti i coinvolti di trasparenza e verità, oltre all’assunzione delle proprie responsabilità oggettive”.

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