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Mirco rota (fiom)

Cassa integrazione, boom tra i metalmeccanici “55mila tute blu a rischio”

Continua ad aumentare il ricorso alla cassa integrazione in Lombardia in ambito metalmeccanico: “Sono 55mila le tute blu a rischio – denuncia la Fiom – La politica non stia a guardare”.

Continua ad aumentare il ricorso alla cassa integrazione in Lombardia in ambito metalmeccanico come rivelato dall’ultima infornata di dati Istat. Cresce sia per gli operai che per gli impiegati (12%) l’utilizzo di questo ammortizzatore sociale. Il dato complessivo parla di un aumento del 9%. E’ in calo la cassa integrazione in deroga con tutto quello che ciò comporta. Si è ancora di fronte a dati oggettivamente allarmanti. Si assiste un aumento generalizzato nei distretti di Bergamo, Lodi e Mantova. In sostanza si è verificato un aumento del 5,77% della cassa integrazione ordinaria e del 20% di quella straordinaria.

Anche il raffronto mese su mese è impietoso. Le ore complessive di cassa integrazione registrate il mese scorso sono 9.547.726. Dividendo questo valore per 173 (il numero di ore mensilmente lavorate da un metalmeccanico), si ottiene 55.189,16 una cifra che deve fare riflettere. Questo dato matematico rivela un aspetto inquietante: è come se oltre 55mila lavoratori fossero stati messi in cassa integrazione nell’intero mese di febbraio. Si nota un exploit nelle province di Cremona e Bergamo, con qualche sostanziale diminuzione sia nella forma ordinaria che in quella straordinaria negli altri territori.

"Questo dato è la spia di come ampi settori della produzione siano ormai al collasso senza una politica industriale che si faccia carico di investimenti nel breve periodo. La Fiom allora non può che ribadire concetti già ribaditi nell’ultimo congresso celebratosi a Milano la scorsa settimana. Servono interventi forti e urgenti, perché la cassa integrazione sta aumentando in tutte le sue forme", sostiene Mirco Rota, segretario generale dei metalmeccanici lombardi.

"Si tratta di una situazione emergenziale gravissima, che rischia di avere contraccolpi molto pesanti per la categoria e per l’intero tessuto socio-economico lombardo. Il Governatore Maroni prenda atto che è finito il tempo delle promesse. Siamo anche convinti che le ricette ipotizzate dal Governo nazionale vadano riviste e debbano mirare a dare una scossa all’economia, tutelando le fasce più deboli e garantendo provvedimenti che assicurino la continuità lavorativa a chi oggi è seriamente messo a rischio dalla crisi", conclude Rota.

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