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L'analisi

Un blackout collettivo E l’impresa piacentina sfuma in cinque minuti

Sembrava una Foppa padrona del quarto set, efficace in casa della capolista e in odore di un meritatissimo tie-break. Invece no. Piacenza, sfruttando cinque minuti di blackout collettivo, ha fatto suoi set e partita lasciando a bocca asciutta le rossoblù.

di Alberto Caprini

Succede tutto alla fine, quando si materializza la grande beffa. Sembrava una Foppa padrona del quarto set, efficace in casa della capolista e in odore di un meritatissimo tie-break. Insomma dopo due ko stagionali, di cui uno recentissimo e bruciante nella finale di coppa Italia, sembrava la volta buona per giocarsela fino all’ultimo. Invece no. Piacenza, sfruttando cinque minuti di blackout collettivo, ha fatto suoi set e partita lasciando a bocca asciutta le rossoblù. Grazie all’ottimo lavoro in difesa, all’incisività dell’attacco e alle bordate al servizio di Loda, le nostre erano riuscite a conquistarsi un importante tesoretto (18-23) e poi tre palle set. Ma l’orgoglio di Piacenza non conosce limiti e gli ultimi scambi sono stati un incubo con la squadra che progressivamente si disuniva ed era ormai tutta nel braccio di Blagojevic, l’unica capace di metterci due pezze rifugiandosi nel suo colpo prediletto, il maniout. E Meijners, che fino a quel momento aveva sonnecchiato lasciando la ribalta alle compagne (ancora una volta annotiamo: che Bosetti!), non lasciava scampo mettendo il proprio marchio sul match.

OCCASIONE BUTTATA – Non basta certo la stanchezza o l’inesperienza a giustificare una partita buttata in malo modo. Difficile dire cosa sia successo nella mente delle orobiche ma è doveroso ricordare che non è la prima volta che la squadra subisce rimonte evitabili. Proprio quella dell’andata con Piacenza fu una delle più clamorose, con un terzo set perso dopo essersi trovate avanti 18-11. Se guadagni un vantaggio così importante contro una squadra come la Rebecchi che è un vero schiacciasassi significa che hai qualità tecniche e tattiche importanti, il gap si sta riducendo, sei sulla strada giusta ma che il traguardo ancora è lontano. Certo è che con questi alti e bassi inseguire lo scudetto diventa un’impresa ardua. Vero che le partite da dentro o fuori si giocheranno ad aprile e maggio ma iniziare subito a minare le certezze delle emiliane avrebbe dato quella spinta in più e accresciuto l’autostima del gruppo. Oltre a portare fieno in cascina nella lotta al secondo posto che ora diventa difficile e aggrappata all’eventuale successo nello scontro diretto con Conegliano di domenica prossima. 

MERLO E LODA SUPER – Cinque minuti di follia non cancellano in ogni caso quanto di buono fatto per un’ora e mezza dalle ragazze che hanno mostrato segni evidenti di ripresa dopo le finali di Treviso, un gioco più convincente e soprattutto la testa giusta per rimanere sempre nel match senza dare la possibilità a Piacenza di scappare via. Anche nei momenti difficili la squadra ha lottato su ogni pallone e ha costretto la Rebecchi ad attaccare quattro-cinque volte nella stessa azione per mettere giù la palla. Su tutte si è distinta il libero Merlo che ha strappato applausi anche ai tifosi avversari ma anche Loda, oltre al servizio e all’attacco, ha mostrato ottime doti nella difesa a fondo campo. Ormai la possiamo considerare una titolarissima se non addirittura la rossoblù più in forma del momento.

ACE A RAFFICA – Infine va registrato l’ottimo lavoro al servizio da parte del collettivo rossoblù, con Blagojevic e Loda (tre aces per lei) su tutte: le loro bordate in salto hanno fatto vacillare a più riprese anche una ricezione forte come quella emiliana. Senza dimenticare Smutna e Diouf che hanno un servizio fastidioso che costringe spesso le avversarie ad una ricezione approssimativa staccata da rete che esclude le centrali dagli schemi d’attacco. Positivo anche il fatto di aver limitato il numero degli errori.

DOVE SI PUO’ CRESCERE – Il prossimo salto di qualità starà nella capacità di chiudere a proprio favore le azioni più combattute e prolungate, che domenica si sono chiuse quasi tutte a favore della Rebecchi. Poi c’è il capitolo Stufi. La centrale offre in attacco ampie garanzie come testimoniato dall’86% a referto. Peccato che abbia ricevuto solo 7 palloni su 148 in quattro set. Mentre Folie è stata maggiormente rifornita, favorita anche dalla buonissima ricezione di squadra (78-48%, migliore anche di quella piacentina ferma al 66-37%), l’intesa Smutna-Stufi è quindi uno dei punti su cui lavorare, insieme al recupero della condizione di Valentina Diouf, meno brillante (ed è comprensibile che possa tirare il fiato anche lei) rispetto al girone d’andata. Piuttosto un punto di domanda è sulla sua vice, che a regola dovrebbe essere Klisura ma che invece Lavarini non vede in campo preferendole la schiacciatrice Sylla. Miriam è in ripresa, si adatta al ruolo, essendo chiusa in posto quattro dall’esplosione di Loda, è un’atleta che non teme confronti e non ha paura di prendersi responsabilità, ma certamente non può garantire i punti e la presenza in attacco della miglior Diouf. Rivedremo anche Klisura prima o poi?

ORA LA SECONDA – Dopo l’incrocio con la capolista il calendario non scherza affatto e propone la sfida alla seconda della classe, l’Imoco Conegliano, già sconfitta all’andata per tre a uno. Le venete (36 punti) hanno l’occasione per blindare la piazza d’onore mentre le rossoblù (ferme a 32) dovranno assolutamente sfruttare l’ultima chance per inseguire ancora il secondo posto e difendersi dall’assalto di un Modena (in ascesa a 31) arrembante. Mantenere almeno il terzo posto garantirebbe di evitare la semifinale con Piacenza, fattore da non trascurare in ottica playoff. Appuntamento domenica prossima alle 18 al PalaNorda.

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