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L'intervista

Jazz per batteria: originale “assolo” di Stefano Bertoli

Il batterista bergamasco presenta sabato 8 marzo alla libreria SpazioTerzoMondo un concerto fuori dagli schemi, fatto solo con la batteria: "Cercherò di proporre una cosa molto poco di 'nicchia', accessibile a tutti".

Gli amanti della musica un po’ particolare e non scontata si segnino questo appuntamento: sabato 8 marzo, ore 21, alla libreria SpazioTerzoTempo di Seriate.

Stefano Bertoli sarà protagonista di un concerto da solista: lui e la sua batteria.

Una proposta non inedita – non è la prima volta che un musicista offre uno spettacolo fatto solo ed esclusivamente con la batteria -, ma senza dubbio fuori dagli schemi: "L’idea di questo concerto è nata quasi per gioco – ci confida Bertoli, bergamasco doc, di Costa Volpino -, dopo gli anni passati tra concerti e collaborazioni che mi hanno portato ad accumulare tanta esperienza, anche da solista. Il mio genere, infatti, è il jazz, uno dei pochi che permette al batterista di avere un ruolo da solista. Il mondo della musica ha già offerto spettacoli del genere ma io, col concerto di sabato sera, cercherò di proporre una cosa molto poco di ‘nicchia’, accessibile a tutti. Ci provo, sarà un’esperienza unica".

Bertoli, che dal 2006 ha fondato a Gorle l’associazione Suonintorno per la diffusione e l’insegnamento della musica, si esibirà dunque da solo con la sua batteria, dopo un 2013 che gli ha regalato una delle più grandi soddisfazioni della carriera grazie al premio Miglior disco jazz dell’anno assegnato al lavoro di Dino Betti Van der Noot "The stuff dreams are made on" con cui ha collaborato.

Dopo esibizioni, dischi, performance con i maggiori musicisti jazz (uno su tutti Gianluigi Trovesi) e all’interno di gruppi o vere e proprie orchestre "ora provo da solista e, dal momento che non sono un amante della tecnologia, mi esibirò senza base e senza effetto elettronico. Quello che si sentirà sarà tutta farina del mio sacco, nulla di più".

Stefano Bertoli e la sua musica. E basta. "Sì, perché la musica ha sempre fatto parte della mia vita, sin dalla mia più tenera età: mio zio vendeva strumenti musicali, eppure per avere una batteria tutta mia c’è voluto più di un anno di richieste. Ricordo che da piccolo suonavo ogni cosa che mi passava tra le mani, per la disperazione dei miei genitori. Poi, quella passione da semplice passatempo è diventata una professione vera e propria. Nel frattempo, mi sono laureato in scienze politiche a Pavia".

La folgorazione è arrivata intorno ai 15 anni: "Il mio maestro di musica mi fece ascoltare quello che era il nuovo disco dei Deep Purple e io mi innamorai. In quegli anni non osavo nemmeno sperare di poter fare questo lavoro per vivere. Alla mia crescita hanno contribuito anche due grandi eventi musicali: il ‘Lovere Jazz’, che seguivo dal retro del palco per vedere le mosse del batterista, e, ovviamente, il ‘Bergamo Jazz’, che anche oggi cerco di non perdermi mai". 

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