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L'intervista

Oscar, la gioia di Pasotti “E adesso l’Italia riparta dai grandi film”

L'attore bergamasco, tra i protagonisti de "La Grande Bellezza" che domenica notte ha conquistato anche la statuetta d'oro, racconta la sua soddisfazione a BgNews: "Quando ho letto la sceneggiatura del film ho capito subito che si trattava di qualcosa di straordinario".

di Luca Bassi

E’ al settimo cielo Giorgio Pasotti. Domenica notte "La Grande Bellezza", l’ultimo capolavoro di Paolo Sorrentino, ha conquistato anche l’Oscar riportando così in Italia la statuetta più ambita del mondo del cinema 15 anni dopo il trionfo di Roberto Benigni con "La vita è bella".

Un riconoscimento che, grazie all’attore che ha magistralmente rappresentato Stefano, il custode della "grande bellezza", profuma anche un po’ di bergamasco: "Lavorare con Paolo Sorrentino è stato un vero onore – ha spiegato a Bergamonews Pasotti -. Ho capito che si trattava di qualcosa di straordinario quando ho letto la sceneggiatura del film. Quando giri una pellicola non puoi mai capire se si tratta di un capolavoro o meno, ma in questo caso ero certo che avremmo fatto qualcosa di davvero speciale. Com’è stato, alla fine".

Domenica ci aveva rivelato che non avrebbe seguito la cerimonia in diretta ma che avrebbe dormito: ci dica la verità, è riuscito ad aspettare il lunedì mattina?

"Certo, ci sono riuscito. Alle 7.30 ho puntato la sveglia e, col cellulare rigorosamente spento, ho guardato la registrazione dell’evento. Quando hanno annunciato il miglior film straniero mi sono lasciato andare: è andata davvero bene, abbiamo messo la ciliegina sulla torta".

Il cinema italiano può ripartire da questo trionfo?

"Deve ripartire da questo trionfo. Quindici anni senza essere sui grandi palcoscenici mondiali sono troppi per un Paese come il nostro che ha alle spalle una storia e una cultura cinematografica come pochi altri".

Cosa ci è mancato in questi anni?

"I film di qualità, senza dubbio. In questi anni abbiamo vivacchiato tra commedie e pellicole leggere che ci vogliono, sia chiaro, ma film profondi come ‘La Grande Bellezza’ devono essere fatti molto più spesso perché mettono in risalto lo splendore e l’immensa cultura del nostro Paese. In Italia dobbiamo smettere di accontentarci di lavori carini".

Cosa le ha lasciato un grande regista come Paolo Sorrentino?

"Moltissimo. Per me è stato un esempio per la sua tenacia, per la sua voglia di fare e di arrivare. Questo Oscar è il suggello del suo grande talento, se lo merita".

Nel film di Sorrentino ha interpretato Stefano, il custode della "grande bellezza". Quanto si rivede in quel personaggio Giorgio Pasotti?

"Se devo essere sincero mi ci rivedo poco. Io amo interpretare personaggi che sono molto distanti dal mio modo di essere perché rappresentano una nuova sfida per me e per il mio lavoro. Sorrentino con quel ruolo centrale mi ha affidato le chiavi della ‘grande bellezza’ e una cosa mi piace molto di Stefano: il suo modo di contemplare la bellezza, quella vera, quella che ci è stata tramandata dai grandi della storia".

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