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Aeroporto

I cittadini di Azzano “Rumore degli aerei, noi come ergastolani”

Chiedono solo rispetto i cittadini di Azzano San Paolo che dal 2009 protestano contro gli aerei in decollo sopra la loro testa. A decine, a volte anche a centinaia, ogni santo giorno sfrecciano nel cielo di Bergamo. Tanto da far rimpiangere l'inverno, il freddo, le finestre chiuse, alla calda e rumorosa estate.

Chiedono solo rispetto i cittadini di Azzano San Paolo che dal 2009 protestano contro gli aerei in decollo sopra la loro testa. A decine, a volte anche a centinaia, ogni santo giorno sfrecciano nel cielo di Bergamo. Tanto da far rimpiangere l’inverno, il freddo, le finestre chiuse, alla calda e rumorosa estate. Da quando è stata approvata la nuova rotta, con virata immediata verso sinistra, la vita è più difficile: gli aerei sorvolano migliaia di case di Azzano a bassa quota. E’ bastata l’oretta di intervista con due portavoce del comitato aeroporto, al centro sportivo del paese, per verificare di persona il disagio causato dai boati. Danno fastidio per pochi minuti, figuriamoci per anni. Colognola, Campagnola, Cassinone di Seriate, Orio, Grassobbio, Azzano San Paolo: le zone sono diverse, le lamentele identiche. “Manca la volontà di risolvere i problemi nel rispetto del territorio e dei cittadini – spiegano i portavoce del comitato -. Le soluzioni sono semplici, le risposte pilatesche: perché non si decolla in asse pista? Perché si forza la manovra a sinistra? Perché non viene usata tutta la pista per decollare? Perché non si distribuisce il carico dei decolli su più traiettorie? La risposta è semplice: si preferisce acconsentire alle richieste di risparmio di tempo e carburante delle compagnie piuttosto che salvaguardare i diritti dei cittadini”.

Gli abitanti di Azzano, come quelli degli altri comitati, chiedono sicurezza: “Le traiettorie scelte portano a sorvolare i quartieri a bassa quota. A Orio si applica il minimo di legge consentito dalla normativa internazionale: 400 piedi. La realtà è che, citando documento ufficiali, Azzano non doveva “essere interferita”, era esclusa dall’area di rispetto. Invece ci è piombato addosso tutto il traffico aereo senza nessuna centralina di monitoraggio o sperimentazione. La centralina è arrivata solo due anni dopo il cambio di rotta e in una zona non particolarmente aperta, circondata da palazzine e alberi”.

Il comitato chiede chiarezza anche sull’inquinamento. Un primo passo è stato fatto: l’amministrazione comunale di Azzano ha commissionato a sue spese una rilevazione degli inquinanti. I risultati sono quasi tutti oltre i limiti di legge. L’indagine però non è stata certificata dall’Arpa perché l’aria è stata monitorata “solo” per quattro mesi. “La situazione è preoccupante – continuano i portavoce -. Noi chiediamo che vengano misurati anche piombo e nikel, contenuti nel carburante degli aerei. Quello che ci ha sorpresi è che anche i dati rilevati dall’Arpa sono oltre i limiti consentiti dalla legge. Perché non dicono nulla? A maggio la chiusura dell’aeroporto sarà un’occasione unica per programmare ogni tipo di indagine e controllare se i decolli influiscono sulla qualità dell’aria. Però dobbiamo ricercare inquinanti specifici”.

Il punto dolente e più percettibile è l’inquinamento acustico. “Siamo ergastolani, con i tripli vetri si risolve poco, soprattutto la sera e la mattina. D’estate non si riesce a parlare a tavola, è una cosa impressionante. Siamo semplici cittadini, ci preoccupiamo per questo forte disagio che migliaia di persone stanno vivendo. Chiediamo di partecipare a una revisione delle rotte, una più corretta ripartizione dei decolli tra Est e Ovest, chiediamo che venga messo un paletto al numero dei voli. Siamo consapevoli che l’aeroporto è una grande risorsa per la provincia. Non vogliamo chiuderlo, ma si vede trovare un punto di equilibrio tra economia, ambiente, territorio e sicurezza”.

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