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L'intervista

Gori: Ho fatto chilometri nei quartieri di Bergamo, dove Tentorio non s’è visto

Subito al lavoro, senza sosta, per costruire una campagna elettorale lunga e impegnativa. Giorgio Gori, candidato sindaco del centrosinistra, ha già le idee chiare sui pilastri del programma da scrivere insieme agli alleati. Con uno sguardo a Roma, all'amico Matteo Renzi che vincendo la scommessa alla guida del governo potrebbe contribuire a ridare fiducia anche agli elettori bergamaschi del centrosinistra.

Subito al lavoro, senza sosta, per costruire una campagna elettorale lunga e impegnativa. Giorgio Gori, candidato sindaco del centrosinistra, ha già le idee chiare sui pilastri del programma da scrivere insieme agli alleati. Con uno sguardo a Roma, all’amico Matteo Renzi che vincendo la scommessa alla guida del governo potrebbe contribuire a ridare fiducia anche agli elettori bergamaschi del centrosinistra.

Primo giorno di governo di Renzi, primo giorno di lavoro per Gori candidato sindaco di Bergamo. Come l’ha vissuto? “Ho ascoltato con partecipazione il discorso al Senato. La fiducia del governo Renzi è un momento importante della vita politica del paese che corrisponde a un passaggio significativo della mia vita politica. Se mi dispiace non essere lì? No, faccio il tifo per Matteo e per il suo governo”.

L’eventuale successo o disfatta del governo Renzi può influenzare Il voto anche in città? Ha già fatto qualche calcolo? “Ci ho pensato. Il modo in cui Renzi è passato attraverso la decisione di diventare premier ha provocato un po’ di tensione. Ho sentito tanti amici, suoi sostenitori, che sul metodo avevano perplessità. Se farà bene ci saranno ricadute positive sulla scadenza elettorale. C’è piena consapevolezza che il tempo del giudizio sarà breve. Si è assunto un enorme rischio, al suo posto non avrei avuto tanto coraggio”.

Nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria delle primarie ed ecco il primo attacco della Lega Nord. Si aspetta una campagna dai toni aspri? “Mi aspetto un confronto civile con Franco Tentorio, che merita tutto il mio rispetto. Mi aspetto anche toni folkloristici da parte della Lega. Dicono che sono un radical chic, ma io ho iniziato a lavorare quando avevo meno di 18 anni. Se qualcuno è invidioso di chi ha avuto successo…”

Dobbiamo aspettarci effetti speciali dalla vostra campagna? “Sarà in progress, costellata di proposte, progetti, appuntamenti. Ho già l’impianto del programma in testa. Nelle prossime settimane lo scriveremo fisicamente. Non ci sono grandi differenze di vedute con gli alleati della coalizione. Sono già in programma quattro appuntamenti: il 5 marzo invitiamo quattro amministratori di Lecco, Brescia, Forlì e Milano per un confronto sul welfare. Poi incontreremo le forze economiche e sociali: organizzazione di impresa, sindaci e cooperazione sociale. Il terzo appuntamento è sulla partecipazione. A inizio maggio presenteremo ufficialmente il programma”.

Insomma, il welfare sarà al centro della campagna. “E’ un settore determinante nel prossimo quinquennio. Con la Giunta Bruni ed Elena Carnevali si sono poste le basi per organizzare i servizi sociali in modo efficiente, nella sostanza un lavoro proseguito da Callioni. I bisogni però sono cresciuti perché la crisi ha lasciato segni pesanti. Dobbiamo ripensare il modello: integrare le risorse dirette e la cooperazione sociale con il Comune a far da regia. La terza forza è l’associazionismo. L’unità di lavoro del nuovo welfare deve essere il quartiere. La dichiarazione di intenti deve essere tradotta in operatività e lo faremo anche grazie agli incontri con gli amministratori di altre città”.

Ha molti amici sindaci: hanno già dato qualche consiglio? “Andrò a trovarli presto, a Novara, Brescia, Lecco, Cernusco sul Naviglio. Beh, mi hanno detto che sono pazzo a candidarmi. Li incontrerò per farmi raccontare la loro campagna elettorale, i punti di forza, gli errori da non commettere. Io voglio fare il sindaco anche se è una vita che ti assorbe dalla mattina alla sera”.

Tentorio dice che ve la giocherete proprio nei quartieri. Eppure la borghesia, i professionisti hanno prima scelto Bruni e cinque anni fa Tentorio. Perché dovrebbero cambiare ancora orientamento? “Perché sono delusi. Tentorio non ha fatto nulla rispetto alle aspettative. Dice che ce la giocheremo? Bene, giochiamocela. Nei quartieri in cui sono andato mi hanno detto che non l’hanno mai visto. Sicuramente ha radici nella città, ha un profilo bonario e simpatico, ma i cittadini si aspettano altro. Io sono andato nei quartieri, ho consumato le suole delle scarpe. Non ho cominciato in campagna elettorale, ma ben prima. Sono consapevole di aver fatto solo un pezzo di strada. Ma il contatto con le persone è di gran lunga la parte più bella della politica”.

Su quale idea, visione o progetto non è disposto a scendere a patti con gli alleati? “Non sono emerse questioni su cui potremmo pensarla in modo diverso. Abbiamo idea omogenea di città. Un tema su cui ci siamo confrontati molto è la pedonalizzazione del centro. E’ una zona che deve essere resa più viva e vissuta. Se decidessimo di fare una chiusura totale rischieremmo di fare dei danni. Ho in testa una sequenza di atti amministrativi. Partirei da un concorso internazionale per rileggere il centro di Bergamo, come organizzazione del commercio, l’alta densificazione degli spazi pubblici. Il Donizetti può essere utile a questa causa, il tema del Diurno può essere ripreso”.

Un altro tema spinoso è la gestione dell’aeroporto. Si tutelano meglio i cittadini dall’interno di Sacbo oppure con un’opposizione senza conflitto di interessi? “La compatibilità ambientale è possibile che si gestisca meglio da fuori. Il tema del destino dell’aeroporto, la collocazione strategica all’interno del sistema aeroportuale, si gestisce meglio da dentro. Non sarebbe una buona cosa che il Comune si chiamasse fuori. Potrebbe essere lungimirante per fare cassa, ma non è lungimirante. Oggi è palesemente un sistema in fase di transito. Serve la responsabilità dei soci per mettere in sicurezza il futuro dello scalo. Mi piacerebbe lasciare al mercato le risposte, ma non prima di aver contribuito a dare un futuro sostenibile, con la certezza che vada avanti così per i prossimi 40 anni”.

Abbiamo chiesto ai lettori di porre qualche domanda dalla nostra pagina Facebook. Ecco quella di Lisa: “Cosa ha intenzione di fare per la vivibilità sociale, culturale e notturna di questa città?” “Tema della vivibilità delle ore notturne è importante, anche ai fini della sicurezza. Dobbiamo lavorare per costruire alternative in cui i ragazzi possano incontrarsi, parlare senza creare disagio ai residenti. Il centro, proprio perché ha molte funzioni pubbliche e poche abitazioni, potrebbe trarre beneficio nell’avere qualche locale in più aperto”.

Da candidato sindaco, cosa le hanno chiesto i suoi figli? (ride) “Ho discusso con mia figlia sul tema della chiusura di Città alta. Era preoccupata che nessuno la potesse andare a trovare. Ho cercato di spiegare i benefici di avere un accesso privilegiato con i mezzi pubblici. Se le frequenze degli autobus fossero quelle di oggi la capirei”.

In questi giorni si è parlato molto delle quote rosa del governo Renzi. In caso di vittoria anche lei lancerà le quote rosa? “Sicuramente nel numero prescritto per legge. Devo dire che ho lavorato meglio con le donne che con gli uomini. Detto questo, non credo che le quote rosa debbano diventare elemento di marketing”.

Con quale criteri sceglierà i componenti della lista civica? “Saranno persone conosciute, stimate, radicate nel territorio. La lista civica è utile: sappiamo che cinque anni fa finì al primo turno quindi vogliamo ribaltare la situazione. Dobbiamo convincere gli ex elettori di Tentorio a votarci. Ci sono molte persone non ancora pronte a mettere una croce sul simbolo del Pd, quindi la lista civica può essere utile”.

Quindi guarderà a destra? “Guarda all’elettorato moderato, liberale, all’elettorato contendibile con Tentorio”.

Non è scoperto a sinistra, come sostengono molti? “Le primarie servono a consolidare la candidatura. Con Patto civico e Sel non mi considero scoperto a sinistra. Il Pd ha risposto nei fatti e non ho dubbi sulla lealtà degli elettori di Patto civico e Sel. Possiamo andare anche più in là”.

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