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L’intervista

Il Festival di Luca Viscardi “Sanremo, formula annacquata: da rivedere”

Il direttore di Radio NumberOne, direttamente dalla cittadina ligure, afferma: “Mi sono piaciuti Raphael Gualazzi e Francesco Sarcina. È facile che il vincitore sia uno tra Renga e Arisa. Il calo degli ascolti? All’Ariston c’è un’atmosfera dimessa. È la formula che va rivista”.

“Gli ascolti del Festival di Sanremo sono stati piuttosto bassi, sicuramente inferiori alle aspettative. Penso che non sia un problema legato tanto alla musica, ma alla formula del festival, che oggi risulta annacquata”. Il direttore di Radio NumberOne Luca Viscardi commenta con queste parole i risultati finora raccolti, in termini di ascolti, dalla 64.esima edizione del Festival della canzone italiana aggiungendo che è prevedibile un ulteriore calo nella serata di venerdì 21 febbraio, per come è stata strutturata. Lo abbiamo intervistato per avere un suo commento in merito e per capire l’atmosfera che si respira all’Ariston.

Le è piaciuto il festival giovedì sera?

Ieri sera ho trovato la serata del festival piuttosto noiosetta, più spenta rispetto alle sere precedenti. La conferma di questa impressione è arrivata direttamente dagli ascolti, che sono stati piuttosto bassi.

A che cosa è dovuto, secondo lei, questo calo?

Ci troviamo di fronte a un’edizione del festival sostanzialmente di passaggio, che risente del successo registrato l’anno scorso. Il condizionamento dei risultati degli ascolti è molto forte e, serata dopo serata, si fa sentire. All’Ariston si respira un’atmosfera dimessa: non dipende tanto dalla musica che, nel complesso, non è malvagia, ma dai numeri tout court. Non ci sono canzoni che si sono distinte in modo particolarmente negativo, è proprio la formula che va rivista e che risulta un po’ annacquata. E c’è da aggiungere una considerazione: spero di sbagliarmi ma, per come è stata strutturata, è facile pensare che questa sera ci sia un ulteriore calo degli ascolti.

Come mai?

Per la formula che è stata pensata per la serata. Si tratta di un mix tra duetti e cover e, difficilmente, per come è stata impostata, riuscirà a conquistare grandi quantità di pubblico. L’apertura, per esempio, è affidata a Marco Mengoni, che ha vinto la scorsa edizione della kermesse ma, con tutto il rispetto, non è Ligabue.

Prevede un calo continuo o la finale può andare meglio?

Credo che stasera sarà davvero dura. Tuttavia, penso che la serata conclusiva, che si terrà domani sera, possa portare a una risalita, almeno parziale, degli ascolti. In quanto finale, generalmente, attrae maggiormente il pubblico.

Che cosa intende quando dice che andrebbe rivista la formula di Sanremo?

Penso che sia la formula del Festival di Sanremo oggi a far fatica, cioè il modo in cui si svolge la manifestazione. Basta pensare che una volta si attendeva Sanremo per ascoltare i nuovi cantanti e, attualmente, ci sono molti altri modi per farlo. Non conosco con precisione la composizione geografica dell’audience della kermesse, ma immagino che sia stata guardata soprattutto da un pubblico adulto e prevalentemente del sud. Sarebbe venuto a mancare il coinvolgimento giovanile, con i ragazzi che oggi utilizzano canali diversi dalla televisione per ascoltare le nuove canzoni e che si indirizzano ad esempio verso i video su internet. I giorni più critici a livello di ascolti, non a caso, sono stati mercoledì, quando c’era anche la partita del Milan, e ieri, con Masterchef.

Da un punto di vista prettamente musicale, c’è stato qualche cantante che le è piaciuto più di altri? E chi sarà, secondo lei, il vincitore?

Mi sono piaciuti Raphael Gualazzi e Francesco Sarcina. Credo che il nome del vincitore sarà tra quelli già circolati finora, su tutti Francesco Renga e Arisa.

In conclusione, un’altra previsione. Chi ha vinto il festival spesso, poi, non ha sfondato nelle radio. Pensa che accadrà di nuovo?

Vincere il festival non serve a molto se il cantante non gode di adeguata credibilità, quella credibilità che poi gli consente di avere successo. Il caso emblematico è rappresentato dai Jalisse. Nel caso il vincitore sia uno tra Renga o Arisa, però, immagino che Sanremo possa essere una spinta significativa in un momento, come quello attuale, in cui il mercato discografico è abbastanza in asfissia.

Paolo Ghisleni

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