Il Tribunale di Milano ha archiviato la denuncia di Riccardo Bossi, primogenito del Senatùr, contro il Corriere della Sera, reo, secondo Bossi Jr. di aver raccontato dello yacht in Tunisia, senza che ci fosse un’inchiesta in merito.
La notizia di per sè non avrebbe grande rilevanza, la rilevanza ce l’ha la motivazione della sentenza emessa dal Gip Fabrizio D’Arcangelo: "Giornalismo non è soltanto andare a prendere ‘le carte’ in Procura, in caserma o da qualche avvocato, ma anche andare a verificare sul campo le notizie e scoprirne di nuove. E come tale, anche il giornalismo d’inchiesta non può essere zittito da querele pretestuose, a patto che i fatti narrati siano ovviamente veri ed esposti con obiettività".
Insomma, il giudice sottolinea l’autonoma attività d’indagine del giornalista, che è andato in Tunisia a scovare la barca. Il gip ricorda la sentenza della Corte europea dei diritti dell’Uomo del 1997 in cui si afferma che il giornalista ha diritto a cercare le notizie autonomamente e anche attraverso fonti non ufficiali, che vanno quindi protette. Un a buonma sentenza per il mondo dell’informazione e di conseguenza per tutti i cittadini che hanno dirtitto d’essere informati.
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