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Caso maugeri

I Pm: rinviate a giudizio Formigoni per corruzione e associazione a delinquere

Corruzione e associazione a delinquere: con questa accusa i pm di Milano, Laura Pedio e Antonio Pastore, hanno chiesto di rinviare a giudizio Roberto Formigoni, ex governatore della Lombardia e oggi presidente della Commissione Agricoltura del Senato, nell'udienza preliminare sulla vicenda Maugeri.

Corruzione e associazione a delinquere: con questa accusa i pm di Milano, Laura Pedio e Antonio Pastore, hanno chiesto di rinviare a giudizio Roberto Formigoni, ex governatore della Lombardia e oggi presidente della Commissione Agricoltura del Senato, nell’udienza preliminare sulla vicenda Maugeri.

La richiesta riguarda anche l’uomo d’affari Pierangelo Daccò (già condannato a dieci anni per il crac dell’ospedale San Raffaele), l’ex assessore regionale Antonio Simone e altre nove persone.

Le delibere preparate alla Fondazione Maugeri Formigoni conosceva i conti La vacanza ai Caraibi a spese di Daccò Delibere di favore per 200 milioni. Secondo l’accusa, la fondazione Maugeri sarebbe stata favorita da delibere della Giunta regionale per un totale di circa 200 milioni di euro. Parte di questi soldi sarebbero stati distratti dalle casse e serviti per corrompere con benefit di lusso l’ex governatore.

Sulla richiesta di rinvio a giudizio deciderà il gup, Paolo Guidi.

Lo scandalo Maugeri prende il nome dalla struttura pavese che per anni, secondo l’inchiesta, sarebbe stata favorita, così come l’ospedale San Raffaele, da delibere di giunta per un totale di circa 200 milioni di euro di rimborsi "ulteriori" per prestazioni sanitarie.  

Secondo l’accusa, l’ex governatore avrebbe garantito alla Maugeri "a fronte delle illecite remunerazioni, una protezione globale" e si sarebbe dato da fare "affinchè fossero adottate da parte della giunta" provvedimenti ad hoc, anche violando il dovere di "esclusivo perseguimento dell’interesse pubblico".

In cambio, stando sempre al capo d’imputazione, Formigoni avrebbe avuto da Daccò quelle che i pm in udienza hanno chiamato "utilità" e cioè viaggi e vacanze ai Caraibi, tra cui l’affitto della villa resort ad Anguilla, "l’uso esclusivo" di uno yacht per tutto l’anno a partire dal giugno del 2007 fino all’ottobre 2011 (in realtà le imbarcazioni messe a sua disposizione sono state tre), il pagamento di spese di viaggi aerei per un totale di 18 mila euro e, tra l’altro, un maxi sconto per l’acquisto di una villa ad Arzachena, in Sardegna.  

Il pm Laura Pedio, nella sua ricostruzione, ha parlato di tre "flussi finanziari". Il primo riguarda i milioni di euro che nel corso degli anni sarebbero usciti illecitamente dalle casse dell’ente con sede a Pavia e dall’ospedale San Raffaele, per finire sui conti correnti, in particolare esteri, di Daccò e Simone, i quali – questo è il secondo flusso finanziario descritto – avrebbero ‘ricompensato’ Formigoni sotto forma di "utilità" e benefits.

Il terzo flusso finanziario è stato incasellato dal pm sotto la voce finanziamenti extra Drg (funzioni non tariffabili) erogati dalla Regione nei confronti della Fondazione Maugeri e del San Raffaele. "Un meccanismo pacifico e provato". In sostanza i pm hanno descritto un meccanismo che ritengono "pacifico" e provato dalle loro indagini.

Riguardo a Formigoni, che ha sempre respinto le accuse, il pm ha ricordato che era stato convocato in Procura nell’estate 2012 ma che, nonostante l’invito a comparire, aveva preferito non presentarsi.

Dopo l’intervento della Procura la parola è passata ai legali delle parte civili, Agenzia delle Entrate, Regione Lombardia e Fondazione Maugeri: anche loro hanno chiesto al giudice il rinvio a giudizio di tutti gli imputati.

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