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Lo studio

Cancro al seno: la mammografia non riduce la mortalità

La mammografia non riduce la mortalità delle donne per cancro al seno, non più di quanto facciano l'auto-palpazione e le cure comuni. Questo sembra dire uno studio condotto da un team di ricercatori pubblicato sul British Medical Journal.

La mammografia non riduce la mortalità delle donne per cancro al seno, non più di quanto facciano l’auto-palpazione e le cure comuni.

Questo sembra dire uno studio condotto da un team di ricercatori pubblicato sul British Medical Journal.

L’obiettivo dello studio era quello di confrontare l’incidenza del cancro al seno e la mortalità, per un lasso di tempo di 25 anni, tra le donne di età compresa tra i 40 ed i 59 anni che si erano sottoposte allo screening mammografico e quelle che ne avevano fatto a meno.

Nel 1980 in Canada è stato avviato uno studio controllato randomizzato di screening mammografico su circa 90mila donne. Alcune delle partecipanti sono state sottoposte, a caso, alla mammografia, altre invece a controlli al seno senza il ricorso alla mammografia. Le donne sono state seguite per un massimo di 25 anni dalla data di randomizzazione.

I risultati ottenuti evidenziavano che durante l’intero periodo di studio, 3250 donne del gruppo sottoposto a mammografia e 3133 di quello non sottoposto, hanno ricevuto una diagnosi di cancro al seno e che 500 donne appartenenti al primo gruppo e 505 del secondo sono morte di cancro al seno.

Questo ha portato a dire che la mortalità di cancro al seno era simile tra le donne sottoposte a controllo e quelle soggette a mammografia.

Dopo 15 anni di follow- up, inoltre, sono stati riscontrati 106 tumori in più (tra quelli sottoposti a mammografia) attribuibili ad un eccesso di diagnosi cioè ad una sovrastima dei casi.

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