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No a renzi

Staffetta al governo, lettiani e bersaniani bergamaschi: a chi giova?

Sei renziani orobici si sono divisi sul cambio al vertice del'esecutivo, lettiani e bersaniani sono invece negativi in modo univoco. I pareri di Serra, Olivari, Vergalli, Gandi, Redondi, Brembilla.

Mentre sta per iniziare quella che si annuncia come una tesissima direzione nazionale del Partito democratico, che dovrà decidere se rinnovare l’appoggio al premier Enrico Letta o optare per un cambio al vertice del Governo con Matteo Renzi, il dibattito si fa incandescente. E anche a Bergamo si ragiona in merito.

Se i renziani orobici si sono divisi sulla bontà e la necessità di questa opzione (leggi), univoco il parere di due lettiani.

Masimiliano Serra è tranchant: "Dimissioni, staffetta, cioè un avvicendamento tra il Premier Enrico Letta, già vicesegretario del PD, e Matteo Renzi, che del PD è ora Segretario? Non mi sembra una cosa seria. Sicuramente un obiettivo sarebbe raggiunto: per l’ennesima volta la politica italiana ci strapperebbe un (amaro) sorriso, farebbe sogghignare i nostri detrattori in Europa, gli italiani si chiederebbero perché il PD dovrebbe sostituire il PD. Senza passare dalle urne, poi! Il tutto infatti sotto la minaccia del voto anticipato. Su questo, prendo in prestito le parole del Presidente Napolitano che, oggi, da Lisbona, ai giornalisti che gli hanno chiesto di possibili elezioni anticipate ha risposto: «Non diciamo sciocchezze». Chiaro e esaustivo. Il contesto economico attuale, la legge elettorale affossata dai rilievi di illegittimità della Consulta, il semestre europeo alle porte a guida italiana, la grande sfida dell’EXPO da sostenere… solo chi non vuole bene al nostro Paese può voler andare al voto alle condizioni attuali".

E altrettanto dura è Elisabetta Olivari: "Letta sa bene che il Paese deve cambiare marcia, bene fa il PD a pungolare questo Governo, non ad accoltellarlo alle spalle! Enrico Letta presenti al Paese e anche (forse si dovrebbe dire, soprattutto) al PD, con chiarezza i risultati ottenuti in questi mesi e declini “Impegno Italia”, il rinnovato patto di Governo per il rilancio del Paese. Matteo Renzi, il Segretario del PD, dovrebbe essere il primo e più convinto sostenitore del Governo Letta, cui non dovrebbe far mancare il supporto necessario per continuare sulla strada delle riforme. E si concluda, di grazia, la riforma elettorale e dell’assetto istituzionale del Paese".

Anche i bersaniani sono negativi con l’ipotesi della staffetta, seppure con toni più concilianti (ed è naturale).

Per Alberto Vergalli "Lo scontro politico in atto in queste ore nel Partito Democratico rischia di far invecchiare precocemente e senza possibilità di riscatto sia Letta sia Renzi. E’ uno scontro a somma zero che si doveva evitare costruendo invece una stretta e proficua collaborazione per il bene del nostro Paese. Purtroppo penso sia un’altra occasione mancata di vedere procedere speditamente le riforme che aspettiamo. Renzi premier, infatti, rischia di rimanere prigioniero di veti incrociati, alleanze spurie, ambizioni e paure dei tanti piccoli o più o meno grandi leader presenti nell’attuale parlamento; sarebbe stato meglio per lui legittimarsi attraverso la forza e il consenso del vaglio elettorale. Questi lunghi mesi di mancata chiarezza tra il segretario del Partito Democratico e il Presidente del Consiglio inoltre hanno fortemente indebolito l’immagine e l’autorevolezza di Enrico Letta che rischia ora anche l’amara umiliazione di una sfiducia nella Direzione del suo Partito; si doveva evitare per non compromettere e mortificare un uomo politico dalle indubbie qualità; per questo mi sento di esprimergli solidarietà. Cosa ne sarà poi della riforma elettorale, del titolo v e della riforma del Senato proprio non lo posso immaginare; da domani avremo sicuramente un Berlusconi ancora più forte in grado di condizionare tempi e progressi del dibattito in aula. Il mio auspicio è che in queste ultime ore si riesca a trovare una soluzione intelligente, onorevole e utile per i cittadini italiani".

A Sergio Gandi la situazione "sembra una accelerazione ingiustificata, o forse mi sono perso qualcosa negli ultimi giorni. La maggioranza sarebbe la stessa, i punti qualificanti del programma non credo varierebbero granché. E’ solo una maggiore – ma non assoluta – garanzia di stabilità della legislatura sino alla sua naturale scadenza (2018). A chi giova, quindi? A Renzi, che arriva dove ha sempre voluto arrivare, ma che rischia di bruciarsi anzitempo, non andandoci con una maggioranza di centrosinistra, ma con una maggioranza anomala, oltre che senza legittimaizone popolare. E giova alla minoranza del Pd, perché le elezioni anticipate priverebbero molti dei suoi esponenti (e non solo) della possibilità di essere confermati in Parlamento. Vantaggi individuali, quindi, non relativi all’interesse generale di tutti noi. Non condivido, inoltre, l’immagine che il Pd dà di sé ed il trattamento immeritato riservato a Letta, che – certo con lentezze e difficoltà visibili – ha operato nell’interesse e nel rispetto delle istituzioni e che qualche cosa (riduzione della pressione fiscale, avvio delle riforme istituzionali, taglio dei costi della politica) ha fatto. La conclusione è che preferisco mille volte occuparmi di una realtà più vicina e sulla quale posso quanto meno provare ad incidere, vale a dire quella locale: la sfida a Tentorio per l’amministrazione della città è stata lanciata e io ci credo fino in fondo, perché il centrosinistra locale ha idee e donne e uomini in grado di fare molto meglio di chi c’è oggi".

Molto dubbioso Alessandro Redondi: "La politica non è una cosa semplice e lineare. Quindi mi fanno ridere i tanti che ora ricordano i tweet di Renzi contrari alle larghe intese, manovre di palazzo e premierato senza elezioni. Sbagliava Renzi, quando semplificava tutto in 144 caratteri. Ora fa i conti con la realtà. Io credo che il Governo di Enrico Letta sia partito bene, nelle condizioni date. Oggi, dopo diversi inciampi, la sua spinta propulsiva è notevolmente diminuita. Ma il Presidente del Consiglio è un esponente del PD e il compito del segretario dovrebbe essere quello di contribuire a rafforzare rilanciare il Governo in carica. Con questo Parlamento, con una maggioranza che comprende il NCD (che alle amministrative starà con Lega e Forza Italia) cosa può fare di diverso e di meglio un governo guidato da Matteo Renzi? Se il desiderio di Renzi, più volte esplicitato, è di rivoluzionare questo Paese (dai diritti civili al mondo del lavoro passando per la Pubblica Amministrazione), questo può essere realizzato (e non sarà certo una passeggiata) solo con una maggioranza coesa, di centrosinistra, e quindi c’è la necessita di un passaggio elettorale. Si impegni a fondo per portare a casa la legge elettorale (quella prospettata è una buona legge e non vedo nessuno scandalo se viene discussa con Berlusconi) le riforme istituzionali (l’addio al bicameralismo perfetto), sollecitare il Governo a rilanciare l’economia reale e i consumi, e, visto che è il segretario del PD, si dedichi ad un appuntamento fondamentale: il passaggio elettorale europeo e amministrativo del 25 maggio. Basta però con gli ultimatum che rischiano di logorare Governo e PD. Il rischio che corriamo è che, fra le due alternative (Letta/Renzi), il Paese precipiti verso le elezioni e l’instabilità".

Infine Marco Brembilla: "Secondo me la staffetta in questo momento alla guida del governo è un errore politico e oso dire anche istituzionale. Altro è dire che il governo Letta deve cambiare passo, altro è sostituire un esecutivo che deve continuare a lavorare per un paese stremato dalla crisi, deve fare subito la legge elettorale e guidare il semestre europeo. La gente non capisce queste tattiche, Renzi deve stare attento e intanto rafforzare il PD e l’unità nel partito. Momenti di gloria è un bellissimo film non necessariamente o sempre riconducibile in politica. Sono oltremodo preoccupato da come ne uscirebbe il PD da uno scontro fratricida; probabilmente si annullerebbe la spinta positiva delle primarie di dicembre".

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