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Politica

Romano, verso le elezioni Nicoli è il candidato Pd “No alla città dormitorio”

“Romano di Lombardia non deve diventare la città dormitorio della Bassa bergamasca. Con le nuove infrastrutture stradali il rischio c'è”. Sebastian Nicoli è il candidato sindaco del Partito democratico a Romano di Lombardia, uno dei Comuni con maggior numero di abitanti chiamati al voto alle prossime elezioni amministrative del prossimo 25 maggio. Il centrosinistra deve ancora sciogliere il nodo della candidatura unica: le liste civiche infatti hanno proposto il nome di Mirosa Servidati.

“Romano di Lombardia non deve diventare la città dormitorio della Bassa bergamasca. Con le nuove infrastrutture stradali il rischio c’è”. Sebastian Nicoli è il candidato sindaco del Partito democratico a Romano di Lombardia, uno dei Comuni con maggior numero di abitanti chiamati al voto alle prossime elezioni amministrative del prossimo 25 maggio. Il centrosinistra deve ancora sciogliere il nodo della candidatura unica: le liste civiche infatti hanno proposto il nome di Mirosa Servidati. Il Pd però conferma di puntare tutto su Nicoli. 41 anni, presidente di una cooperativa sociale che si occupa di persone con disabilità, molto attivo sul fronte del volontariato. “Io mi definisco nativo Pd, perché non vengo da storie politiche precedenti – spiega Nicoli -. Ho iniziato a partecipare ai lavori da poco più di un anno. Abbiamo maturato la possibilità di esprimere la mia candidatura, portata avanti con una prerogativa: voglio essere candidato sindaco del Pd e di una lista civica che presto sarà attiva.

Romano è una realtà che vanta molti esponenti storici della sinistra bergamasca. Come hanno accolto il suo nome?All’inizio la mia candidatura è stata vista con attenzione e un po’ di preoccupazione. Sono stato legittimato dal voto dell’assemblea e ora tutti stanno lavorando per vincere. Anche la stessa lista del Pd sarà composta da molti volti nuovi”.

Il punto forte del vostro programma elettorale? “Ovviamente stiamo lavorando sulla formulazione del programma preciso. A mio avviso dobbiamo iniziare a pensare a Romano come una città e non come un grosso paese. Dobbiamo intercettare tutto quello che ci sta attorno. Serve promozione in termini di città altrimenti rischiamo di perdere l’ennesimo treno. Presto avremo la Brebemi, un aggancio alla dimensione aeroportuale. Non dobbiamo diventare una città dormitorio: rivitalizzare tutte le parti della città, dal centro storico alle periferie. Ridare vita a quartieri senz’anima attraverso spazi di aggregazione. Romano inoltre deve essere tutelata dal punto di vista viabilistico, portare fuori il traffico pesante e privilegiare la mobilità dolce”.

Cosa ha sbagliato il sindaco Lamera negli ultimi cinque anni? “Il primo cittadino ha agito con poche risorse a disposizione. Ha messo in campo azioni buone, anche se ha il forte limite della Lega Nord che l’ha spinto a ridimensionarsi in azioni autocentriche. Il ripiegamento su se stessa è il limite dell’attuale amministrazione. Ora si deve cambiare rotta”.

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