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Il futuro dell’Atalanta? E’ nelle prossime partite Basta aprir la cassaforte fotogallery

Il nostro Luciano Passirani analizza la sconfitta a Firenze dei nerazzurri di sabato contro la squadra viola. E lancia la sfida a Colantuono: "Il solo che può in un colpo solo smentire se stesso e il sottoscritto. Metta subito in campo Sportiello, Baselli, il misterioso Nica e Betancourt. E perché non Livaja?".

di Luciano Passirani

A Firenze si vada in treno, l’Italicus, più veloce nella coltivata illusione di cambiare il corso della storia di questo campionato, in trasferta. Si torni pure in torpedone, più lento e consono a meditare di fronte ad una possibile nuova sconfitta.

Il team organizzativo dell’Atalanta aveva già capito tutto e deciso di conseguenza.

Il risultato del campo non è cambiato. Rimane la nuova e consueta sconfitta in trasferta. Poco cambia per la classifica.

Tutto sommato rimane tranquilla.

La storia atalantina ricorda che l’ultima vittoria a Firenze risale al 1993, quando una rete di Perrone espugnò il campo viola e costò la panchina a Gigi Radice.

La Fiorentina alla fine scivolò in serie B. Erano i tempi della scellerata gestione di Vittorio Cecchi Gori a Firenze, mentre a Bergamo sulla panchina c’era un certo Marcello Lippi. Di nuovo in questa ripetuta sconfitta in trasferta, per la statistica siamo a quota 10, c’è la prova della squadra, la migliore di questo campionato. Una magra consolazione. Di fronte ad una Fiorentina superiore nei singoli l’Atalanta non ha mai subito, pur dando l’impressione di non riuscire a recuperare l’iniziale svantaggio, concesso per una punizione di Ilicic, sulla quale Consigli ha fatto solo il compitino.

Palla dietro la barriera e i portieri si autoassolvono, senza tentare qualcosa di più. Il migliore momento della squadra si è visto nella prima parte del secondo tempo, quando in particolare calato, tra i viola, ricciolone Cuadrado, si è visto il migliore Bonaventura.

Peccato non fortunato nelle conclusione. Rimane comunque sul taccuino di Montella. Non da oggi e Jack lo sa da tempo. Anche la società.

Colantuono nel dopo partita dirà: “Non ci dispiace continuare così". Riferendosi alle ripetute sconfitte in trasferta. A patto che con il Parma domenica prossima si ripetano le vittorie, soprattutto le fortunate prestazioni della squadra. Non ci sarà Cigarini. Il solito inutile intervento a metà campo è costato una nuova espulsione per doppia ammonizione. Ben venga una nuova occasione per Baselli.

La classifica tranquilla ridà la parola al presidente Percassi che in una interessante intervista riparte da un concetto a cui tiene molto: i giovani, un tema sul quale nessuno si sottrae.

Mi colpisce una sua esternazione: “Con questi giovani il futuro dell’Atalanta è in cassaforte". Visto che la maggior parte non gioca in prima squadra. (Bonaventura ha 25 anni. Consigli 27) . Ovvero giocano da qualche altra parte, temo si riferisse alla cassaforte di qualche altra nobile società.

La palla a questo punto passa a Colantuono. Il solo che può in un colpo solo smentire se stesso e il sottoscritto.

Subito in campo Sportiello, Baselli, il misterioso Nica e Betancourt. E perché non Livaja? Solo così sapremo cosa valgono. Su Baselli e Zappacosta, quest’ultimo tra quelli che giocano fuori, sembra già garantire Marotta, che a memoria portò a Bergamo Comandini, Saudati e Rinaldi che finì per aprire un ristorante a Roma.

Da quando è a Torino sembra non sbagliare un colpo, meglio uno scippo, visto come è andata con Gabbiadini.

La cassaforte nostra rischia di rimanere vuota se gli diamo Baselli e Zappacosta, a prezzi di saldo e senza averli quasi mai visti.

Il futuro dell’Atalanta è da decidere nelle prossime partite.

Giusto monetizzare Bonaventura e Consigli, se dietro i giovani li abbiamo provati. Le certezze devono darle con la maglia neroazzurra. Non con quella di squadre che alla fine finiscono per fare il nostro campionato. La primavera di Bonacina continua a vincere e siamo tutti contenti. Ma lasciamola per ora nelle giuste dimensioni. Il salto in prima squadra è troppo grande, sono categorie non paragonabili.

Meglio fin d’ora non prenderci in giro: ci sono giovani e giovani. E le scelte devono tenerne conto.

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