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Treviglio

Rapinarono la pensione a una 85enne: condannati la badante e il marito

Sono stati condannati a due anni e 8 mesi la badante e il marito che, con un complice, il 2 aprile 2013 rapinarono la pensione ad una 85enne di Treviglio.

Aveva orchestrato con il marito la rapina ai danni dell’anziana che assisteva, per questo il giudice per le udienze preliminari Tino Palestra ha condannato Lidia Cagnazzo, 43 anni e il coniuge Maurizio Coppelli di 48 anni a due anni e 8 mesi di carcere. La condanna prevede anche il versamento di una provvisionale rispettivamente di 800 e 900 euro.

Condannato anche Giuseppe di Vito, 36 anni, ora ai domiciliari a Pontirolo, che dovrà scontare una pena di 4 anni e 20 giorni, oltre a versare 1.100 euro. C’è il giudice Palestra ha anche ordinato al pubblico ministero Lucia Trigilio ulteriori accertamenti, in particolare sulla testimonianza resa dal figlio 55 anni dell’anziana.

Pare ci sia il sospetto che il figlio della vittima, ora deceduta, abbia tentato di sminuire il ruolo della badante, nella sua testimonianza aveva dichiarato: “Non sapeva che avrei ritirato la pensione in contanti e che l’avrei fatto proprio quel giorno”.

I FATTI E LE INDAGINI 

È la mattina del 2 aprile 2013, verso le 11. C.G. 55 anni preleva dalle Poste di Treviglio due pensioni, la sua e quella della sua madre di 85 anni invalida ed assistita da una badante. L’uomo fa rientro a piedi a casa nella centralissima via Portaluppi. Pochi minuti e nella sua abitazione fa irruzione una persona incappucciata che brandisce una pistola. Intima al 55enne di consegnare i soldi della pensione prelevati poco prima alla Posta. Per paura che il malvivente faccia del male all’anziana madre e alla badante, dopo le percosse ricevute dal rapinatore, il 55enne consegna le due pensioni: 1.700 euro in tutto.

Un vicino di casa sente il trambusto e comprende che si tratta di una rapina, quindi chiama il Commissariato di Treviglio, poi esce e segue il bandito che finisce nelle mani degli agenti della polizia. Addosso al malvivente – Giuseppe Di Vito di 35 anni, italiano, pregiudicato, abitante a Pontirolo – la polizia trova la somma di 1.700 euro in contanti e una pistola giocattolo, una calibro 7,65 con il caricatore inserito contenente 4 cartucce a salve.

Le indagini degli investigatori del Commissariato, coordinati dal vice questore aggiunto Angelo Lino Murtas, fanno sorgere il dubbio dell’esistenza di un basista all’interno della casa. Dopo ore di audizioni e confronti, la badante Lidia Cagnazzo e il marito Maurizio Coppelli si contraddicono nelle loro ricostruzioni.

Gli investigatori confrontano i tabulati telefonici dei due e scoprono che vi erano state delle telefonate nei giorni precedenti alla rapina tra i coniugi e il rapinatore. In una perquisizione sull’auto del marito della badante, gli agenti trovano nel bagagliaio delle cartucce a salve simili a quelle dalla pistola sequestrata e un mazzo di chiavi che poi risultano essere dell’abitazione del rapinatore.

Alla fine la badante e il marito, messi alle strette confessano di conoscere il rapinatore e di aver trascorso con lui persino la Pasquetta.

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