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Le reazioni

Preoccupa il caso Galbani Sindacati in campo con politica e Confagricoltura

I sindacati di categoria Fai Cisl e Flai Cgil, insieme a Confagricoltura Lombardia e al deputato bergamasco del Pd Antonio Misiani, esprimono forte preoccupazione per la decisione della francese Lactalis di chiudere l'ex Invernizzi di Caravaggio che occupa 218 dipendenti.

Continua a tenere banco il caso Galbani dopo che il gruppo francese Lactalis ha deciso di chiudere lo stabilimento dell’ex Invernizzi a Caravaggio, dove sono occupati 218 dipendenti e dove si lavorano circa 250mila tonnellate di latte per 40mila tonnellate di formaggio tra taleggio, quartirolo e gorgonzola.

Una situazione che desta forti preoccupazioni su tutti i fronti: martedì, a seguito delle comunicazioni ricevute riguardo il futuro dello stabilimento, i lavoratori di Caravaggio riuniti in assemblea hanno incaricato Fai Cisl e Flai Cgil di costruire un percorso di confronto con l’azienda per gestire la situazione occupazionale che comprenda tutti i lavoratori attualmente presenti nello stabilimento. L’assemblea dei lavoratori, inoltre, ha chiesto alle Organizzazioni Sindacali di attivare percorsi di mobilitazione generale, blocco di straordinari e flessibilità a sviluppo della trattativa.

Preoccupato si è detto anche il deputato bergamasco del Partito Democratico Antonio Misiani: “La decisione di Lactalis è una pessima notizia per il nostro territorio, che mette a rischio numerosi posti di lavoro a partire da quelli a tempo determinato e colpisce duramente l’indotto che lavora per il sito produttivo. È necessario fare il massimo sforzo per modificare queste scelte e salvaguardare l’occupazione: gli strumenti ci sono, bisogna metterli in atto attraverso il confronto tra le parti sociali e il coinvolgimento delle istituzioni locali”.

Ci preoccupa – ha aggiunto il presidente di Confagricoltura Lombardia Antonio Boselli – una progressiva delocalizzazione di produzioni storiche in territori diversi da quelli di origine come appunto era la Invernizzi, con un conseguente impoverimento di porzioni significative del territorio lombardo”.

Allo stesso tempo, però, Confagricoltura riconosce all’azienda francese il merito di non voler procedere con tagli riguardanti né i dipendenti né la produzione: “E’ confortante che Lactalis abbia deciso di non licenziare nessun dipendente ma solo di ricollocarli nelle altre sedi lombarde del Gruppo. Analogamente, incoraggia il fatto che nemmeno i volumi di produzione e gli acquisti di latte in Lombardia subiranno variazioni, come assicurato dalla stessa Lactalis”.

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