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La lettera

“Parcheggio selvaggio, invece che far le multe schedano chi segnala”

Pubblichiamo la lettera di Filippo Cavalli, residente in via Tasso a Bergamo che ha deciso di rivolgersi direttamente al comandante della polizia locale Virgilio Appiani dopo essere stato identificato da due agenti perché ha segnalato alcune auto in divieto di sosta.

Pubblichiamo la lettera di Filippo Cavalli, residente in via Tasso a Bergamo che ha deciso di rivolgersi direttamente al comandante della polizia locale Virgilio Appiani dopo essere stato identificato da due agenti perché ha segnalato alcune auto in divieto di sosta.

Gentile Dr. Appiani,

Scrivo la presente per informarLa di cosa è avvenuto domenica e per avere da Lei un preciso e dettagliato riscontro in merito. I fatti sono i seguenti. Sono le 11.25 del mattino e con mia moglie e le mie due figlie mi trovo sul sagrato della Chiesa di S. Bartolomeo.

Il sagrato è letteralmente invaso si automobili, che non solo non possono sostare, non solo non possono entrare sulla piazza, ma non possono nemmeno entrare in quella zona di città.  Le foto in allegato sono piuttosto esplicative e sono state scattate per documentare la situazione. Cerchiamo di farci largo tra le auto per raggiungere il Sentierone quando arriva una Smart a velocità sostenuta il cui guidatore, per far spostare i pedoni e parcheggiare, suona il clacson quasi infastidito. La mia bimba più piccola, su una bicicletta a rotelle, si spaventa vedendosi arrivare incontro la macchina, cade e si mette a piangere. Mi dirigo verso il guidatore, facendogli notare che non può entrare e non può parcheggiare sul sagrato, questi tira giù il finestrino e scocciato mi dice “devo andare a messa”. Rimango allibito.

A questo punto, insieme ad altri pedoni che hanno assistito alla scena, avvistiamo due membri della Polizia Locale, che, completamente indifferenti a quello che accade, chiacchierano amabilmente sul Sentierone a una decina di metri da noi. Ci muoviamo in gruppo verso i Vigili, e anche piuttosto alterati devo ammetterlo (ad un certo punto dico anche “ ma che c…o siete qui a fare!”), chiediamo come sia possibile che sotto i loro occhi si perpetui una situazione del genere. Li invitiamo ad intervenire, a multare e a far rimuovere i veicoli.  Non c’è nulla da fare, ci guardano con aria di sufficienza e quasi di scherno e si rifiutano di intervenire. Sembra che siamo noi che, confidavamo in loro, ad essere dalla parte del torto.  A questo punto, quando capiamo che non si sarebbero mossi per aiutarci, in più persone chiediamo che ci forniscano i loro numeri di matricola. Uno dei due ci mostra una medaglia sul giubbotto con il n….., l’altro si rifiuta, ma quando le insistenze diventano maggiori scatta la reazione.

Ci chiedono i documenti con tono di sfida. Siamo al parossismo, il cittadino vessato si rivolge al pubblico ufficiale per essere tutelato, e questo oltre a rifiutarsi, nel tentativo forse di intimorire, reagisce chiedendo i documenti. Ottimo. Molti stupiti ed intimoriti si defilano, io per vedere fino a che punto si possa arrivare, invece consegno immediatamente la mia carta di identità al Vigile. A questo punto mi chiedono di seguirli presso il furgone perché vogliono prendere nota dei miei dati.  Io li seguo e la situazione è paradossale.  Chiedo che si faccia velocemente ma mi dicono che si prenderanno il tempo necessario.  Ci mettiamo quasi 10 minuti per andare a piedi dal Balzer ai giardini del Donizetti dove è parcheggiato il furgone. 

La sensazione è che attendano o si augurino una mia reazione che invece chiaramente non arriva. Saliamo sul furgone e segnano i miei dati, io chiedo il loro numero di matricola (su un foglio di carta che conservo mi scrivono … e …) dicendo che segnalerò al Dr. Appiani il loro comportamento e che farò presente come di fronte a numerosi testimoni, si siano rifiutati di compiere il loro dovere. Mi rispondono flemmaticamente “questa è la sua versione”. 

Faccio una foto al furgone a alla targa (in allegato) prima che accendano il motore e se ne vadano. Intanto sul sagrato della chiesa le macchine sono sempre di più e i pedoni non possono fare altro che passare sulla pista ciclabile. Indipendente dal comportamento da stigmatizzare da parte dei due membri della Polizia Locale, quello che vorrei capire è se in questa città esistano zone e momenti franchi, se tutti i cittadini sono uguali o se ci siano dei favoritismi per certe categorie che per altre non sono previsti. Sarebbe molto utile fare chiarezza e avere delle risposte nette in merito. Resto in attesa di leggerLa in merito ai fatti di cui sopra e mi rendo sin d’ora disponibile ad un incontro sia con Lei che con i due membri della Polizia Locale, insieme ai numerosi testimoni che hanno avuto occasione di assistere a questa incresciosa scena questa mattina.

Molto cordialmente.

Filippo Cavalli

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