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Bergamo

L’Associazione Cure Palliative con il contributo dei cittadini sostiene i malati dell’Ospedale

L’Associazione Cure Palliative conferma il sostegno all’Ospedale Papa Giovanni XXIII con il finanziamento di due medici palliativisti in più, integrati all’interno dell’équipe del reparto di Cure Palliative dell’Ospedale Papa Giovanni.

Potenziare l’équipe medica specialistica del reparto di Cure Palliative dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, tra le realtà lombarde più significative per la quantità di casi seguiti e la qualità delle prestazioni, consolidando il suo ruolo all’interno della rete delle cure palliative e di terapia del dolore.

È questo l’obiettivo del sostegno che l’Associazione Cure Palliative da tempo offre all’Ospedale di Bergamo e che si rinnova quest’anno, per un importo totale di 200 mila euro, da aggiungere ad altri 115 mila euro che l’ACP versa direttamente per ulteriori contratti in supporto dell’équipe dell’ospedale di Bergamo.

I fondi saranno utilizzati per finanziare la presenza di due medici palliativisti in più, integrati all’interno dell’équipe del reparto di Cure Palliative dell’Ospedale Papa Giovanni, a cui è affidata la gestione dell’Hospice “Kika Mamoli” di Borgo Palazzo, che registra ogni anno circa 280 ricoveri.

Il reparto si occupa anche dell’ospedalizzazione domiciliare – con un’équipe medico-infermieristica che segue a casa circa 150 malati ogni anno -, gestisce gli ambulatori di Terapia del dolore (circa 8 mila le prestazioni ambulatoriali erogate lo scorso anno) e garantisce consulenze specialistiche sul dolore e la terminalità in tutti i reparti dell’Ospedale di Bergamo (più 550 le consulenze effettuate nel 2013).

I due medici, titolari di un rapporto libero-professionale stipulato con l’Associazione Cure Palliative, sono specialisti di grande esperienza, molto conosciuti nel contesto bergamasco: si tratta di Fredy Suter, già direttore del Dipartimento di Medicina e dell’Unità di Malattie infettive degli Ospedali Riuniti di Bergamo, e Benigno Carrara, già responsabile del Servizio cure domiciliari dell’Asl di Bergamo.

I due professionisti collaboreranno con l’équipe dell’Ospedale Papa Giovanni, svolgendo consulenze sui pazienti, partecipando alle riunioni multiprofessionali di équipe per la definizione del percorso assistenziale e collaborando con i sanitari dell’azienda ospedaliera bergamasca nella comunicazione della diagnosi e della prognosi a supporto del malato e della sua famiglia.

Parte dei fondi saranno invece utilizzati per finanziare il percorso di specializzazione in oncologia per un giovane medico e per sostenere il proseguimento del progetto SE.RE.N.A. (FaSE avanzata di malattia, cuRE palliative, MediciNa generale), grazie al quale all’Ospedale di Bergamo i pazienti che possono beneficiare delle cure palliative vengono intercettati precocemente, assicurando loro un percorso di cura multidisciplinare, dove le terapie attive e quelle palliative convivono fino alla scelta del percorso post dimissione più adeguato possibile al singolo caso, dall’assistenza domiciliare al ricovero in Hospic

“E’ il cuore del concetto di simultaneous palliative care, cioè di cure simultanee, che ha tenuto banco anche all’ultimo Congresso nazionale della Società italiana di cure palliative – ha spiegato Roberto Labianca, direttore dell’Unità di Cure palliative dell’Ospedale Papa Giovanni e del Dipartimento interaziendale provinciale oncologico di Bergamo –. Un approccio che porta a risultati clinici importanti, perché la letteratura dimostra che i pazienti affetti da una patologia inguaribile vivono più a lungo e meglio se alle consuete terapie si affiancano le cure palliative, e alla cancellazione di quel senso di abbandono che dominava sia i pazienti che gli operatori sanitari dopo la diagnosi di malattia inguaribile.

Le cure palliative oggi non sono solo cure di fine vita, ma un accompagnamento lungo tutto il percorso di inguaribilità che deve coinvolgere diversi specialità e altrettanti soggetti anche territoriali per garantire la necessaria continuità terapeutica”.

Nel corso del 2013 grazie al progetto SE.RE.N.A. sono stati segnalati 237 pazienti, di cui il 77% affetti da malattia oncologica e il 23% da altre malattie epatiche, neurologiche, infettive o cardiache. Il 32% ha proseguito le cure in uno dei 6 hospice della provincia di Bergamo e provincia, il 20% ha ricevuto assistenza domiciliare, il 19,5% ha continuato a ricevere cure attive e il 6,5% è stato inserito nel percorso di ospedalizzazione domiciliare.

“Le cure palliative rientrano tra gli ambiti a cui Regione Lombardia storicamente ha dedicato un’attenzione e un impegno non comuni nel nostro Paese, che si sono tradotti a dicembre dello scorso anno nella scelta di estendere l’ospedalizzazione domiciliare anche a patologie inguaribili non oncologiche – ha spiegato Carlo Nicora, direttore generale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII -. Grazie anche al sostegno e alla fiducia che ogni anno l’Associazione Cure Palliative ci rinnova, da anni siamo considerati uno dei punti nevralgici della Rete di cure palliative e della Rete di terapia del dolore, così caro a Regione Lombardia, come rimarcato anche dalle Regole di gestione del Sistema socio sanitario lombardo per l’anno 2014”. “Siamo orgogliosi di poter mettere al servizio del territorio bergamasco e lombardo un’offerta completa di servizi di cure palliative, che spaziano dagli ambulatori per la cura del dolore, al ricovero all’Hospice di Borgo Palazzo fino all’assistenza domiciliare – ha proseguito Alessandro Rambaldi, direttore del Dipartimento di Oncologia ed ematologia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII -. Il nostro obiettivo rimane la rilevazione e la gestione del dolore in tutti i nostri pazienti e la presa in carico precoce di chi non può guarire, per assicurare sempre i trattamenti più appropriati in ogni fase della malattia.”

“L’obiettivo principale di queste ulteriori corpose donazioni dell’Associazione Cure Palliative Onlus all’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII è quello di rafforzare in primo luogo le cure palliative simultanee con piena collaborazione fra i palliativisti e gli altri specialisti: ciò favorisce la presa in carico precoce dei malati inguaribili di qualunque patologia con conseguente miglioramento della cura e assistenza attraverso percorsi in degenza e a domicilio più consoni per garantire la migliore qualità di vita – ha spiegato Arnaldo Minetti, presidente dell’Associazione Cure Palliative -. In secondo luogo continuiamo a finanziare contratti per medici, psicologi e altro personale per potenziare il servizio nell’Hospice Kika Mamoli, nell’assistenza specialistica domiciliare, in day-hospital, negli ambulatori di cure palliative e terapia del dolore e nell’assistenza domiciliare integrata sul territorio. La generosità dei cittadini bergamaschi ci permette di raccogliere i fondi necessari per questi obiettivi di civiltà.” Durante la presentazione l’Ospedale di Bergamo e l’Associazione Cure Palliative hanno anche sottoscritto un protocollo d’intesa per disciplinare i reciproci rapporti di collaborazione e per dare continuità alle iniziative già in essere.

In virtù di questo accordo l’Associazione Cure Palliative per il 2014 continuerà a sostenere anche la presenza di due psicologi, di un’operatrice ausiliaria, le prestazioni di musicoterapia e pet-therapy, oltre che molte iniziative di formazione per gli operatori e i volontari e attività di comunicazione per sensibilizzare la popolazione e gli addetti ai lavori sui grandi temi connessi alla terapia del dolore.

Una collaborazione che permette alle due realtà di lavorare in simbiosi per dare cure e assistenza a oltre 4.500 bergamaschi che ogni anno devono ricorrere alle cure palliative, di cui 3000 per malattie oncologiche. I diversi servizi attivi sul territorio bergamasco ne intercettano circa 3.900: 2.400 malati vengono seguiti a domicilio, mentre 1.500 in hospice,con numeri in costante crescita, che pongono Bergamo tra le prime province in Italia in questo settore.

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