• Abbonati
A dalmine

“Chiudo il mio negozio E ringrazio lo Stato, il governo e le banche”

Marilena Di Natale è ormai l'ex titolare di "Hobby & arte", una piccola realtà del centro di Dalmine che con la fine del 2013 ha chiuso i battenti: "L'ho fatto per proteggermi dalle tasse, non volevo essere sotterrata dai debiti. Ormai in Italia è impossibile fare impresa".

Una volta l’Italia era una Repubblica fondata sul lavoro. Già, era. Perché oggi, nel 2014, sono sempre di più i cittadini disoccupati e i negozi che abbassano le serrande, anche quelli a cui il lavoro non manca. E’ il caso di "Hobby & arte", una piccola realtà del centro di Dalmine che col finire del 2013 ha chiuso i battenti. "Colpa delle troppe tasse – ci spiega Marilena Di Natale, ex titolare del negozio -, ormai in questo Paese è diventato impossibile fare impresa".

"Hobby & arte" non riaprirà più, eppure gli affari non andavano poi così male.

"E’ vero, i clienti non mi mancavano. Ma ormai ero arrivata a versare in tasse più del 70% del mio fatturato e sono giunta al punto di dire basta, di pensare che non è possibile lavorare solo per far guadagnare lo Stato. Quello stesso Stato che poi, alla fine, nemmeno ci tutela".

I suoi clienti che dicono?

"Mi hanno chiesto perché ho preso questa dolorosa decisione. A tutti ho dato la stessa risposta: sono stanca di lavorare per poi dover raccogliere sempre e solo le briciole".

Da quanto era aperto "Hobby & arte"?

"Da nove anni. All’inzio, come tutte le realtà, ho faticato e stretto la cinghia, poi gli affari sono andati sempre in crescendo ma, a pari passo con loro, sono aumentate a dismisura anche le tasse. Ormai non sanno più nemmeno come chiamarle, tante sono diventate".

Chiude il negozio e resta senza lavoro: come se la caverà da oggi in avanti?

"Per ora andrò avanti con la svendita dell’ultimo materiale che mi è rimasto in magazzino, poi vedrò. Non sarà facile ma non potevo continuare così: il negozio stava diventando un continuo debito nonostante gli affari andassero bene. E il terrore di essere sotterrata dalle lettere di Equitalia non mi faceva dormire la notte".

Ha provato a farsi sentire con chi di dovere?

"Lo sto facendo da qualche settimana con il Coordinamento 9 dicembre. Ho già partecipato a qualche inziativa a Treviglio e conto di restare in quell’ambiente. E’ ora che questo Paese si svegli e capisca che in questo modo non si può più vivere".

Come vede il futuro dell’Italia?

"Duro, senza dubbio, ma io la speranza non l’ho persa. Lo dico da mamma di un ragazzo che è da poco emigrato in Australia".

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Negozi chiusi a Bergamo
Confesercenti
Crisi del commercio: Bergamo perde negozi anche nel centro storico
Il patron della Gewiss Domenico Bosatelli intervistato da Bergamonews
L'intervista
L’ottimismo di Bosatelli: “L’etica contro la crisi Perché? Perché conviene”
Mano pesante della crisi su Bergamo: 8.710 posti di lavoro a tempo indeterminato persi nel 2013
I dati
Crisi, nel 2013 a Bergamo persi 8.710 posti di lavoro a tempo indeterminato
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI