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Il rapporto

Verde in Lombardia, lieve ma costante crescita per la superficie boschiva

Ammonta a 634 ettari a testa, per l’80% concentrato in montagna, il bosco presente in Lombardia. Lieve ma continua crescita del bosco di pianura, grazie ai rimboschimenti che compensano le trasformazioni d’uso del suolo.

Ogni cittadino lombardo può contare su 634 ettari di bosco. Tanti o pochi che siano, è una quantità che non varia molto con il passare degli anni. Dal 2007, anno di riferimento del primo “Rapporto sullo stato delle foreste” promosso dalla Regione Lombardia e da ERSAF, al 2012, l’ultimo disponibile, si scende da 640 ai 625 ettari del 2010 per risalire appunto a 634 ettari attuali. I dati emergono dal rapporto realizzato dall’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste della Lombardia con riferimento all’anno 2012.

La superficie complessiva in realtà subisce un continuo lieve incremento (da 617.121 ha del 2006 a 621.381 ha attuali) ma è l‘aumento di popolazione che modifica la media. Non di molto, appunto: sullo scorso anno l’incremento è di 616 ha, pari allo 0,099%. In sostanza, il bosco lombardo è stabile e copre circa il 26% del territorio. Durante il 2012 sono stati collaudati oltre 176 ettari di nuovi boschi realizzati dall’uomo, un valore in netto calo rispetto all’ultimo quinquennio che ha registrato una media di oltre 300 all’anno. Ma dove si trova il bosco principalmente? Il bosco è in prevalenza in montagna (quasi l’80% del totale), un po’ in collina (13,15%) e ancora meno in pianura (7,47%). Ma chi sta guadagnando più spazio in percentuale è proprio quest’ultimo, grazie in particolare ai nuovi boschi creati dall’uomo, mentre la collina è ferma e in montagna, grazie soprattutto all’avanzata naturale della vegetazione, il bosco è cresciuto di 271 ettari (0,06%). Negli ultimi cinque anni l’aumento del bosco in pianura è costante: i nuovi ettari boscati sono 2.322, con un incremento del 5,3% complessivo. Metà della superficie montana lombarda è coperta da bosco (51%), percentuale che scende al 27% in collina e al 4,1% in pianura. Il bilancio a livello di singola provincia mette in luce contesti diversi, con incrementi positivi, anche se talvolta di modesta entità, su tutte le province lombarde ad eccezione di Varese, che per il secondo anno di seguito, pur disponendo di un discreto imboschimento naturale nelle parte montuosa, non riesce a compensare le trasformazioni d‘uso avvenute sul territorio. Il guadagno massimo in termini assoluti di superficie spetta alla provincia di Brescia (+141 ha), grazie per lo più all’espansione naturale. Da sottolineare anche l’aumento riscontrato in provincia di Milano, dovuto principalmente ai nuovi boschi artificiali.

Per lo stesso motivo e per i bassissimi valori di suolo trasformato cresce ancora, per il sesto anno consecutivo, la provincia di Mantova. Di che boschi si tratta? La classifica per tipologie vede al primo posto le faggete (15%), tallonate dai castagneti (13,4%) e dalle peccete di abeti rossi (12,8%), tutti alberi montani. Seguono con l’11% gli orno-ostrieti (frassino minore e carpino nero), con l’8,4% i rimboschimenti artificiali, con il 7,3% i querceti. In pianura e in collina sono invece querce e carpini a dominare, oltre alle formazioni antropogene. Va ricordato che per il secondo inventario forestale nazionale, realizzato nel 2005 (il prossimo sarà completato nel 2015), gli alberi lombardi erano 711 milioni, di cui 100 milioni di carpini neri, la specie numericamente più presente. In termini di volume mercantile − si parla di oltre 105 milioni di metri cubi di legno − gli alberi più significativi sono l’abete rosso (che rappresenta il 24,5% del volume complessivo), il castagno (15,7%), il larice (12%) e il faggio (9,46%). Sono passati i tempi in cui chi voleva, tagliava… Oggi esiste in Lombardia un sistema informatizzato di denuncia di taglio bosco (SITaB), adottato a partire dal marzo 2011 ed entrato lo scorso anno a pieno regime, che nel 2012 ha registrato 20.927 istanze e quasi 594 mila mc di legname denunciato al taglio, distribuiti su 8.729 ettari. Abbiamo dunque un calo del numero di istanze rispetto al precedente anno (-10,21%) cui corrispondono una solo lieve diminuzione della massa totale prelevata (-2,14%) e della superficie interessata (-0,8%). L’analisi dei dati indica infatti una progressiva ottimizzazione del comparto, messo in evidenza dall’incremento dei tagli in fustaia (legato al miglioramento organizzativo e professionale) rispetto al ceduo che risente ancora fortemente dell’azione dei cosiddetti “hobbisti”. La flessione delle utilizzazioni nei boschi cedui riscontrato nel 2011 si riconferma anche per il 2012, con 402.839 m3 tagliati: si taglia di meno e con un leggero aumento della dimensione media dei tagli. Diminuisce ancora, e in maniera più consistente rispetto al 2011, il numero delle tagliate nei boschi d’alto fusto, che ammonta a 191.098 m3 (-13%) con relativo incremento della dimensione media dei tagli. Gli alberi più richiesti? La robinia si conferma ancora al primo posto (15,8% della massa totale), seppur in calo (-13,5%), seguita dall’abete rosso (15,4%) che quest’anno sale al secondo posto con un incremento di quasi il 10%, superando il castagno (12,7%), in calo del 10,5%.

Per ulteriori informazioni, o per la versione integrale del rapporto, si rimanda al sito internet: www.ersaf.lombardia.it oppure al portale www.forestedilombardia.it

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