Una norma per salvare la Lega Nord dall’esclusione dal Parlamento? Se ne discute a margine della commissione Affari Costituzionali alla Camera slittata a causa di ritocchi al testo della riforma elettorale. La seduta della commissione, inizialmente prevista per le 14, è slittata da un lato perché il Pd sta ancora apportando alcune modifiche al documento. Dall’altro perché il relatore Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) avrebbe chiesto più tempo per lavorare al testo base e per venire incontro alle richieste della Lega che, se si andasse a votare con l’Italicum con lo sbarramento al 5 per cento, rischierebbe di rimanere fuori dal Parlamento. La cosiddetta clausola ‘salva-Lega’ starebbe dunque creando qualche problema per la stesura definitiva del testo, tuttora atteso in commissione. La norma, riferiscono fonti parlamentari, riprende infatti un comma del Porcellum, in base al quale un partito pur non superando la soglia di sbarramento ottiene comunque seggi se in almeno tre Regioni supera una soglia piu’ alta di quella ordinaria. Dunque premierebbe la Lega ma non i partiti diffusi omogeneamente su tutto il territorio nazionale.
Il segretario federale del Carroccio Matteo Salvini però non ci sta e risponde a quelle che ritiene illazioni con un post su Facebook: “Avviso ai Dis-Informatori di professione. La Lega non ha bisogno di "aiutini" o leggi elettorali fatte su misura: il consenso lo chiediamo ai Cittadini, alla luce del sole, non con accordi o accordini "salva Lega". La Lega si occupa dei problemi del LAVORO, lasciamo volentieri al PD i litigi sulla legge elettorale e le chiacchiere (per fortuna solo quelle) della sciura Kyenge”.
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