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Bergamo

Ultras: tribunale blindato ma nessun indagato in aula Si riprende il 28 febbraio fotogallery

Tribunale blindato a Bergamo e l'area presidiata dalle forze dell'ordine. Nessun tifoso si è presentato in aula all'audienza preliminare. Sollevata e respinta un'eccezione per una notifica ad uno dei sei indagati per associazione a delinquere. Alessandro Ruggeri, già presidente dell'Atalanta, e Gianni Scarfone presidente dell'Atb non si sono costituiti parte civile ma potranno farlo entro il 28 febbraio, quando è stata riaggiornata l'udienza preliminare.

Ora si dovrà aspettare il 28 febbraio per le ultime repliche del pubblico ministero Carmen Pugliese e degli avvocati per concludere l’udienza preliminare sulla maxi inchiesta ai 151 ultràs. Si tratta di 97 tifosi dell’Atalanta e 54 del Catania, ma nessuno di loro si è presentato nella mattina di venerdì 17 gennaio all’apertura del processo. Tra gli imputati figurano anche Daniele Belotti, consigliere comunale e segretario provinciale della Lega Nord, considerato dal pubblico ministero Pugliese “l’ideologo dei tifosi nerazzurri” e Claudio Galimberti, il “Bocia”, leader della Curva Nord.

TRIBUNALE BLINDATO, MA NESSUN INDAGATO IN AULA

Per l’udienza preliminare l’area attorno al Tribunale di Bergamo è stato presidiato da un mezzo dei carabinieri, da due auto della polizia locale con diversi agenti che controllavano l’accesso a via Borfuro e una decina di poliziotti in borghese. Si temevano atti di dimostrazione da parte dei tifosi, ma fuori dal tribunale non si è vista l’ombra di una protesta contro il processo. Se fuori dal tribunale la situazione è stata tenuta sotto controllo, in aula non si è presentato nessuno dei 153 indagati.

Tutto è stato delegato agli avvocati, tra cui spiccano nomi importanti del foro orobico: Enrico Pelillo e Andrea Pezzotta, che difendono Galimberti il “Bocia”, sono rispettivamente il primo il legale dei genitori di Yara Gambirasio mentre il secondo è l’assessore all’urbanistica del Comune di Bergamo. A difendere Alberto Maffi, sindaco di Gandosso, c’è Ettore Tacchini, già presidente dell’Ordine degli avvocati di Bergamo, e infine Giovanni Adami e Federico Riva che hanno preso le difese per la grande maggioranza degli ultrà finito sotto inchiesta.

LE NOVITA’ DELLA PRIMA GIORNATA

Da subito è stata battaglia tra il pm Pugliese e gli avvocati della difesa. Primo terreno di scontro è stata la ricezione delle notifiche. Gli avvocati Giovanni Adami e Federico Riva – che difendono Andrea Quadri detto Rasta, indagato per associazione a delinquere – hanno sollevato un’eccezione per una notifica non giunta ad uno dei due legali. Ma il giudice Patrizia Ingrascì ha respinto questa eccezione. La Procura della Repubblica non ha dato margine a contestazioni, segno di un lavoro meticoloso e puntale, difficile da contestare sull’aspetto formale. Intanto hanno chiesto di potersi costituire parte civile il Comune di Alzano (anche se la richiesta è stata respinta per un vizio di forma), il poliziotto Massimo Novarelli, il tifoso juventino Francesco Mazzola che era stato picchiato, il giornalista de L’Eco di Bergamo Stefano Serpellini e il direttore dello stesso quotidiano Giorgio Gandola. Non si sono ancora costituiti parte civile, pur essendo stati riconosciuti come parte lesa e possono farne richiesta fino alla prossima udienza: Gianni Scarfone, direttore generale dell’Atb Azienda Trasporti Bergamo, e Alessandro Ruggeri, presidente dell’Atalanta all’epoca dell’irruzione degli ultrà al Centro Bortolotti di Zingonia.

LE ACCUSE E GLI IMPUTATI

Tra i 151 indagati figurano anche due politici: Daniele Belotti, ex assessore regionale, oggi consigliere comunale a Palazzo Frizzoni e segretario provinciale della Lega Nord. Secondo il pm Pugliese, Belotti sarebbe l’ideologo degli ultrà e per lui ha formulato l’accusa è di concorso esterno. L’altro politico è Alberto Maffi, sindaco del Carroccio a Gandosso accusato di aver fatto da vedetta per il Bocia, all’anagrafe Claudio Galimberti e leader della Curva Nord, riferendogli i movimenti della polizia.

Oltre al Bocia spiccano altri cinque tifosi a quali si contesta l’associazione a delinquere finalizzata ai disordini con tifoserie avversarie e ai tafferugli con le forze dell’ordine. Oltre al Bocia, la stessa accusa è rivolta a Giuliano Cotenni per tutti “il Conte”, 46 anni di Villongo; Davide Francesco Pasini, chiamato “Pazo”, 28 anni di Crema; Andrea Piconese, detto “Pico”, 27 anni di Osio Sotto;Andrea Quadri, il “Rasta”, 25 anni di Stezzano e, infine, Luca Valota, conosciuto come “Leu”, 34 anni di Grassobbio.

GLI EPISODI CONTESTATI 

Tra gli episodi di cui dovranno essere accertate eventuali responsabilità, ci sono gli scontri avvenuti prima e dopo le partite Atalanta-Catania e Atalanta-Inter disputate nel 2009, ma soprattutto l’assalto con molotov e bombe carta alla Bèrghem Fest di Alzano Lombardo del 25 agosto 2010 per contestare l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni, presente all’appuntamento del Carroccio e colpevole, secondo gli ultras, di aver introdotto la tessera del tifoso. Ci sono anche l’imbrattamento dello stadio, le minacce agli agenti della Digos, la manifestazione non autorizzata – e qui si profila l’ipotesi di reato di adunata sediziosa – fuori dalla Questura di Bergamo, in via Noli, per protestare contro l’allora questore Matteo Turillo.

C’è anche l’aggressione al giornalista Stefano Serpellini de L’Eco di Bergamo per oper di Claudio Galimberti, detto il “Bocia”, perché “non doveva permettersi di scrivere che un esponente della curva era stato condannato per detenzione di stupefacenti”. Ci sono poi anche altri episodi come l’aggressione di un paio di tifosi juventini in centro Bergamo, uno di loro – Francesco Mazzola – si è costituito parte civile nella mattina di venerdì 17 gennaio, l’attacco ad un bus dell’Atb e l’invasione del centro sportivo del’Atalanta a Zingonia. Il pm Pugliese ha ribadito le sue accuse sostenendo l’associazione per delinquere per il «Bocia» Galimberti e altri cinque ultrà atalantini e il concorso esterno per Daniele Belotti. Ora si attende l’aggiornamento dell’udienza preliminare fissata per il prossimo 28 febbraio.

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