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Affitti, stop ai pagamenti in contanti: “Di certo solo entrate per lo Stato”

Dal 1° gennaio 2014 i canoni di affitto di casa si potranno pagare solo con metodi che consentono la tracciabilità, ossia bonifici, assegni o bancomat e carte di credito. Il Sicet di Bergamo: "Misura insufficiente per far emergere il 'nero', di certo ci sono solo le entrate per lo Stato e per le banche".

Dal primo gennaio 2014 è vietato pagare in contanti i canoni di affitto di casa. I pagamenti dovranno essere eseguiti con metodi che consentono la tracciabilità: bonifici bancari, assegni e – in casi più rari – bancomat e carte di credito.

Si tratta di un’eccezione al limite attualmente stabilito per l’utilizzo del contante, fissato a 999,99 euro: anche sotto tale soglia, infatti, non sarà ammesso l’utilizzo delle banconote per regolare il versamento dell’affitto. Devono essere tracciabili anche gli affitti per i quali non c’è obbligo di registrazione, come quelli stagionali.

Il divieto vale solo per le abitazioni e non riguarda le locazioni di immobili per uso commerciale, né per l’affitto di box, cantine e posti auto.

“I pagamenti riguardanti canoni di locazione di unità abitative – recita infatti l’articolo 50 – fatta eccezione per quelli di alloggi di edilizia residenziale pubblica, sono corrisposti obbligatoriamente, quale ne sia l’importo, in forme e modalità che escludano l’uso del contante e ne assicurino la tracciabilità anche ai fini della asseverazione dei patti contrattuali per l’ottenimento delle agevolazioni e detrazioni fiscali da parte del locatore e del conduttore”.

La legge, inoltre attribuisce ai Comuni la mansione di controllo “in relazione ai contratti di locazione, attività di monitoraggio anche previo utilizzo di quanto in materia di registro di anagrafe condominiale e conseguenti annotazioni delle locazioni esistenti in ambito di edifici condominiali”.

Coloro che non rispetteranno questa nuova norma, potranno incorrere nelle sanzioni previste per l’antiriciclaggio e rischiano anche di essere esclusi per sempre dalla possibilità di poter usufruire delle detrazioni fiscali relative all’abitazione.

Che sia una misura per combattere l’evasione fiscale? 

"L’unica cosa certa di questa misura – commenta il responsabile del Sicet di Bergamo Roberto Bertolasono le entrate che avranno lo Stato e gli istituti di credito: il primo grazie alle tasse governative e i secondi vorranno vedersi riconoscere in qualche modo le prestazioni. Al momento è l’unica cosa che è possibile constatare. Se l’obiettivo è quello di far emergere l’evasione fiscale e il "nero", realtà purtroppo molto frequente sul territorio bergamasco, può essere uno strumento utile dal punto di vista della sensibilizzazione dell’inquilino, per fargli prendere coscienza che senza ricevuta non gode di alcun beneficio e non è riconosciuto. Per far emergere il ‘nero’ però servono misure più forti e complete, la tracciaiblità dei pagamenti può aiutare ma da sola non basta". 

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