Ufficialmente sono lì per presidiare la manifestazione ed evitare che degeneri in situazioni che possano creare problemi agli automobilisti. In realtà, le forze di polizia che da domenica sera stanno controllando i Forconi sono d’accordo con la loro protesta.
Nessun agente vuole parlarne di fronte a taccuini e telecamere e rendere pubblico ciò che pensano, ma tutti stanno idealmente dalla parte dei manifestanti. Come loro sono scontenti di uno stipendio a volte inadeguato al lavoro rischioso che svolgono, o per orari con turni spesso stressanti.
Un po’ come quelli che li costringono a rimanere giorno e notte a presidiare la protesta dei Forconi. Nessuno è armato o porta il casco in testa (come quando presidiano, ad esempio, le partite di calcio), rimangono semplicemente seduti in auto ad osservare la situazione. A volte scendono per fare quattro chiacchiere e condividere le idee dei manifestanti, con i quali arrivano anche a dividere i viveri.
Come una fetta di torta e un caffè offerti per colazione da un Forcone a un giovane poliziotto appostato in auto dalle prime ore dell’alba: questo il gesto che mostra lo spirito pacifico di una movimentazione che sta ora coinvolgendo anche le forze di polizia.
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