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Vday di genova

Grillo attacca Napolitano e lancia il referendum “sulla truffa dell’euro”

Bergamonews ha seguito attivisti e simpatizzanti del M5S durante la giornata a Genova, lunga come la diretta Twitter partita alle 6.15 e conclusa alle 17 con tantissimi Retweet e commenti. Attacco di Beppe Grillo a Napolitano e all'euro.

La parola d’ordine del Vday 2013 è “oltre” anche se quella V è nata come “vaffanculo”, parolaccia che il Movimento 5 Stelle non usa più come una volta. Nemmeno Beppe Grillo, più misurato rispetto ad altre occasioni, anche se le sue parole sono, come sempre, stilettate contro la politica e i politici.

Bergamonews ha seguito attivisti e simpatizzanti del M5S durante la giornata a Genova, lunga come la diretta Twitter partita alle 6.15 e conclusa alle 17 con tantissimi Retweet e commenti. Più di 130 le persone partite all’alba dal parcheggio del Palacreberg con grande voglia di partecipare all’evento dell’anno per il loro Movimento. Lo spirito bergamasco traspare non appena si varcano i confini della piazza: bandiere per terra, coltello, pane, salame e stracchino. Cameraman e fotografi si avventano sui protagonisti dell’insolita colazione.

Dopo qualche ora di attesa tra le esibizioni delle band locali ci pensa Beppe Grillo a dare la scossa. Incazzato (anzi, felicemente incazzato) e gasato da una piazza stracolma tutta per lui. Il primo attacco arriva dopo pochi minuti e il bersaglio è grosso: «Si sono messi in tre a fare un governo in una notte, abbiamo pronto l’impeachment per Napolitano, se ne deve andare – ha aggiunto – si è raddoppiato la carica e ha distrutto i nastri con le intercettazioni con Mancino. Rimarrai solo Napolitano, tradirai da solo l’Italia. Dobbiamo rifare questo Paese. La politica è il fisco, bisogna vedere chi deve pagare in questo paese. Ringrazio i parlamentari del Movimento per tutto quello che fanno, ormai mi hanno superato. Io non ho più l’età. Abbiamo mandato in Parlamento donne senza silicone o culi di plastica, donne che lavorano, che sanno cosa vuole dire lavorare».

Poi tocca ai sindacati: «I sindacati sono esattamente come i partiti, bisogna andare oltre. "Dobbiamo vincere e vinceremo. Siamo entrati dentro e abbiamo tolto la finta sacralità del parlamento: ci abbiamo messo dentro i cittadini. Non sfasciamo più, non c’è più niente da sfasciare, diamo l’estrema unzione a questi cadaveri che si aggirano. Avete controllato se c’è sul marciapiede Casini che sta battendo? Non l’hanno visto". Ha insistito a lungo sull’euro, sulla necessità di un referendum che stabilisca se stare dentro o fuori la moneta unica: ma dovrebbe valutare anche i rapporti con l’Europa.  "Non dovete emigrare, dovete cospirare" – ha gridato – "I nostri figli – aggiunge – non devono andare più via".

Sul palco salgono un esponente di Occupy Wall street, Paul Connet di Rifiuti zero e anche anche Gianroberto Casaleggio: "Sono orgoglioso di essere populista e di essere qui insieme e decine di migliaia di populisti – ha esordito -. Il potere deve tornare al popolo, le istituzioni devono tornare al popolo, non devono stare sopra il popolo. In questo mondo in Italia non c’è nemmeno la democrazia". Questo perché, ha aggiunto, "i referendum non sono accolti, sono deviati, dove noi non possiamo decidere il nostro deputato e il nostro senato. C’è una partitocrazia che deve finire – ha proseguito – con la democrazia diretta: con i referendum propositivi, con la possibilità di discutere le nostre leggi, non i segretari di partiti".

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