• Abbonati
L'intervista

“La Popolare rilancia il rapporto di vicinanza al territorio bergamasco”

Osvaldo Ranica, direttore generale della Banca Popolare di Bergamo, a sette mesi dalla nomina, avvenuta in un momento delicato, illustra le modalità di sostegno alle imprese del territorio. Annuncia, insieme all'impegno per la biblioteca Mai, la riqualificazione della Torre dei caduti. Ed è convinto che Bergamo sia pronta per agguantare la ripresa e riprendere a volare.

Posizione delicata quella di Osvaldo Ranica, da una manciata di mesi direttore generale della Banca Popolare di Bergamo.

Posizione delicata per una sfilza di motivi. A cominciare dalla nomina, arrivata in un momento particolare, mentre si stava per svolgere forse la più infuocata assemblea della storia di Ubi Banca.

Ma anche per via del periodo difficile, nel pieno di una crisi economica le cui ricadute hanno inevitabilmente toccato anche la Popolare di Bergamo, cuore pulsante del Gruppo Ubi.

Posizione delicata, compito arduo, situazione difficile, dunque.

Eppure oggi, a sette mesi dall’inizio della sua nuova avventura, Osvaldo Ranica può mettere qualche punto fermo, non tanto e non solo sul suo lavoro, quanto sul ruolo che la Popolare di Bergamo si sta riprendendo in città e in tutta la provincia.

La crisi economica non sembra dare tregua. Centinaia di aziende sono costrette a chiudere. Molte accusano il rigore delle banche che non concedono credito. Cosa risponde a queste accuse?

Rispondo che noi stiamo continuando nel nostro dovere istituzionale di generare concreta fiducia nei territori in cui siamo presenti e lo facciamo attraverso azioni specifiche: supportando gli investimenti produttivi finalizzati allo sviluppo aziendale; supportando la ricerca e lo sviluppo tecnologico; supportando l’avvio di nuove attività.

Concretamente?

Quest’anno abbiamo previsto specifici finanziamenti dedicati agli Start Up, proprio con la finalità di risvegliare la volontà d’intraprendere nuove attività, e allo Sviluppo delle piccole e medie imprese. Penso, ad esempio, alle realtà operanti nel settore dell’Agroalimentare, tema di assoluta attualità e comparto di eccellenza del territorio italiano, che vedrà Bergamo coinvolta il prossimo gennaio, in occasione delle tre giornate durante le quali verranno ospitati, quale tappa di avvicinamento ad Expo 2015, oltre 350 delegati di diverse Paesi del mondo.

Cosa farete per queste imprese?

Abbiamo attivato un nuovo modello di approccio – denominato Farm & Food – destinato a tutte le aziende operanti nel settore agroalimentare, che prevede un’offerta di prodotti e servizi dedicata e l’organizzazione sul territorio d’incontri e convegni a tema, anche in collaborazione con le Associazioni del settore.

E per le altre aziende?

Da tempo è partita l’iniziativa T2 territorio per Territorio che offre alle Pmi associate o collegate ad Associazioni-Organizzazioni l’erogazione di finanziamenti a medio lungo termine sulla base di uno specifico plafond di importo pari al doppio di quanto raccolto con l’emissione di Prestiti Obbligazionari dedicati. Abbiamo attivato un plafond, in sinergia con Confindustria Bergamo, di 20 milioni di euro e sulle altre province lombarde per svariate decine di milioni.

Ci può dare delle cifre?

I nuovi finanziamenti a medio-lungo termine erogati dalla Banca Popolare di Bergamo alle imprese nei primi dieci mesi del 2013 raggiungono i 900 milioni di euro (solo a Bergamo 380 milioni di euro), a cui va aggiunto anche il sostegno tramite la nostra società di leasing per ulteriori 90 milioni di euro. Tali erogazioni comprendono un ulteriore sostegno alle piccole e medie imprese, legato alla nostra storica collaborazione sinergica con le associazioni di categoria e i confidi di riferimento: nel 2013, fino a oggi, abbiamo erogato 280 milioni di euro.

E per chi è in difficoltà e non ce la fa a pagare i debiti?

Per agevolare il superamento di questa delicata fase congiunturale, sosteniamo le imprese tramite lo strumento della moratoria. In questo modo, rinviando il pagamento delle rate, permettiamo alle aziende di mantenere un adeguato polmone di liquidità. Non ci siamo fermati solo alle moratorie indicate dall’Associazione Bancaria Italiana e dal Ministero, ma come Popolare abbiamo creato soluzioni diversificate e adeguate alle singole esigenze del cliente. Alla data del 31 ottobre hanno beneficiato di tale facilitazione moltissime aziende e famiglie, per quasi un miliardo di euro. Solo a Bergamo e provincia, per oltre 410 milioni di euro.

Lo sbocco più logico per le aziende oggi è il mercato estero. Ma le piccole non riescono a organizzarsi e attrezzarsi in questa direzione: la banca può fare qualcosa?

Altroché: noi stiamo accompagnando le nostre aziende meno attrezzate ad affrontare una tematica per loro nuova, verso la creazioni di reti d’impresa che le aiutino a fare sinergia. Avendo la nostra Banca una tradizione nel comparto estero che nasce da decenni di relazioni con partner internazionali, filiali estere, missioni ed una formazione interna radicata e diffusa sulla rete, abbiamo dato avvio ad un programma denominato Go To World, che si pone proprio l’obiettivo di fornire un supporto concreto ed operativo ad aziende che intendono approcciare o espandere la presenza sui mercati esteri.

È un impegno consistente?

Anche in questo caso, credo sia significativo dare qualche numero: solo quest’anno, in dieci mesi abbiamo incontrato oltre 1.000 realtà imprenditoriali interessate alla tematica estero.

Credito alle Start Up, fiducia alle imprese, moratoria sui debiti e presenza sul territorio: dalla sua postazione direttore a che punto siamo della crisi? Vede la fine? Ci sarà davvero a breve una ripresa?

In questi sei anni di crisi spesso è stata annunciata a breve la ripresa. Io sarei più cauto, non so quando finirà davvero questa crisi. So però che se dovesse esserci una ripresa le imprese bergamasche sono pronte al decollo. Molte imprese in questi anni hanno tagliato il superfluo, ridotto e contenuto i costi e si sono concentrate sulla ricerca e l’innovazione ed ora, leggere e senza zavorre, sono pronte a ripartire con slancio.

La Popolare di Bergamo è sempre stata nell’immaginario collettivo la banca di famiglia. Oggi siete parte di uno dei più grandi gruppi bancari nazionali qual è il Gruppo UBI. Riuscite a mantenere un rapporto di vicinanza e attenzione alle persone?

Noi facciamo ciò che abbiamo sempre fatto. È la nostra missione quella di essere vicini alle persone e, nello stesso tempo, renderci utili sostenendo lo sviluppo non solo economico e imprenditoriale, ma anche sociale delle tante realtà locali in cui siamo presenti come banca attraverso le nostre 120 filiali. Il rispetto e la fiducia sono, oggi come ieri, merce rara, difficilissima da conquistare, molto facile da perdere, anche solo con un comportamento o un atteggiamento sbagliati. La vita di una banca come la nostra, oltreché di strategie avvedute, è fatta di piccoli gesti quotidiani, di continue azioni individuali improntate all’eccellenza della relazione, di ogni relazione.

In occasione della vostra sovvenzione per il restauro della Biblioteca Angelo Mai, la facciata della Biblioteca è stata temporaneamente coperta da un vostro spazio pubblicitario con uno slogan che gioca sullo vostro forte legame con la cultura, in questo caso rappresentata dalla Mai: “Il cuore della cultura, la cultura nel cuore”. Cosa significa per una banca avere “la cultura nel cuore”?

L’articolo 33 del nostro Statuto cita testualmente che una parte dell’utile netto risultante dal bilancio annuale approvato possa essere destinato a iniziative ed istituzioni aventi scopi benefici, umanitari, sociali, culturali ed artistici con particolare riguardo ai territori di insediamento della banca. Rientra in questa volontà la decisione di collaborare con la città, per avviare il recupero del Palazzo Nuovo, sede della Biblioteca Angelo Mai. Attraverso questo impegno, abbiamo anche voluto lanciare un messaggio profondo, teso a coniugare la vocazione dell’Istituto a sostenere il proprio territorio anche per mezzo del filone artistico/culturale, col l’attenta ricerca di un’estetica sostenibile.

Avete qualche altro progetto importante in cantiere?

Sì, con la Fondazione Bergamo nella Storia stiamo collaborando per il recupero e la riqualificazione della Torre dei Caduti in modo da renderla, già nel corso del 2014 (ricorrenza dell’anniversario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale), disponibile e fruibile al pubblico. Sono già in preventivo opere di restauro e di messa a norma dell’interno e lo sviluppo del museo storico, con obiettivi di completamento per il 2015, centenario dell’entrata in guerra dell’Italia (24 maggio) e anno di Expo a Milano.

Da sei mesi dirige la Popolare. Quali ostacoli ha trovato e quali soddisfazioni le ha riservato questo ruolo?

Gli ostacoli, o meglio, le difficoltà contingenti sono evidentemente legate al grave momento di crisi e di contrazione dei mercati che l’economia sta vivendo. La recessione tutt’ora in atto non consente voli pindarici a chi fa il mio mestiere. Occorre, anche quando le cose sembrano andare per il verso giusto, tenere i piedi ben piantati in terra, mettendo in campo tutta la concretezza e l’impegno di cui si è capaci per fronteggiare le sfide quotidiane con spirito propositivo e idee nuove. Da questo punto di vista sono convinto che far parte di un Gruppo solido e fortemente patrimonializzato come Ubi consenta alla Banca Popolare di Bergamo margini d’azione e di sicurezza rassicuranti, sia i termini di ricchezza dell’offerta commerciale, che di possibilità di fare credito.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Osvaldo Ranica nuovo direttore generale della Banca Popolare di Bergamo
La nomina
Banca Popolare Bergamo E’ Osvaldo Ranica il nuovo Direttore Generale
Banca Popolare di Bergamo, utile netto di 45 milioni alla fine del primo trimestre
Relazione trimestrale
Banca Popolare Bergamo Nei primi tre mesi del 2013 utile netto a 45 milioni
Giordano Alborghetti (a sinistra) e Giulio Romani, segretario nazionale di Fiba Cisl
Il segretario nazionale
Giulio Romani, Fiba Cisl: Con Ubi contratti pilota poi firmati da altre banche
Andrea Moltrasio presidente di Ubi Banca
Banca
Ubi, “rischi e storture” Moltrasio ai soci: “Modificheremo lo statuto”
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI