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Omofobia: sentinelle contestate a Bergamo, la protesta di Tempi

Sulla rivista Tempi una critica esplicita a quanto accaduto sabato 9 novembre a Bergamo quando, a una manifestazione delle Sentinelle in piedi che, silenziosamente, contestavano la legge Scalfarotto contro l'omofobia, si sono contrapposti degli esponenti dell'Lgtb (lesbiche, gay, trans e bisessuali).

Sulla rivista Tempi (www.tempi.it) una critica esplicita a quanto accaduto sabato 9 novembre a Bergamo quando, a una manifestazione delle Sentinelle in piedi che, silenziosamente, contestavano la legge Scalfarotto contro l’omofobia, si sono contrapposti degli esponenti dell’Lgtb (lesbiche, gay, trans e bisessuali).

 

Oltre a non poter parlare, non si può più nemmeno stare in silenzio? È la domanda che si fanno le Sentinelle in piedi dopo la contestazione subita da un gruppo Lgtb a Bergamo dove sabato è stata organizzata una veglia.

Le sentinelle, che avevano preventivamente avvisato la questura delle loro intenzioni, si sono date appuntamento in piazza Vittorio Veneto alle 16.

Per circa un’ora duecento persone si sono disposte ordinatamente a scacchiera e hanno, come è loro abitudine, ognuno per suo conto e silenziosamente, letto un libro.

Ma il gruppo di contestatori hanno iniziato a urlare slogan offensivi o cercato di provocarli al solo fine di scatenare una reazione. I contestatori hanno srotolato striscioni («Liberi di amare» si leggeva su uno e «Chiamo imbecille chi ha paura di godere. A. Camus» su un altro).

La cinquantina di attivisti Lgtb tenevano in mano un libro viola (o solo la sua copertina) e deridevano i presenti che non hanno reagito, tranne un anziano signore che, spazientito, si è lasciato scappare qualche insulto, dal quale le sentinelle si sono subito dissociate.

Due militanti Lgtb si sono baciati davanti a una bandiera della pace.

CHI SONO E COSA VOGLIONO LE SENTINELLE.

Le sentinelle in piedi ricalcano negli intenti e nelle modalità i veilleurs francesi. Quelli italiani esprimono in maniera pacifica e silenziosa il loro dissenso nei confronti del progetto di legge sull’omofobia, già approvato alla Camera.

Diversamente da quanto sostenuto dai loro contestatori di Bergamo (circola in rete un video con accuse assai pesanti), non sono omofobi, non incitano alla violenza, non vogliono discriminare nessuno e, soprattutto, non spingono al suicidio quei ragazzi che vivono con sofferenza la loro condizione omosessuale.

Esprimono democraticamente e persino silenziosamente il loro dissenso rispetto alla cosiddetta Legge Scalfarotto.

Sono liberi di farlo oppure no? 

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