Titolo: Questione di tempo
Regia: Richard Curtis
Genere: commedia, sentimentale
Durata: 123′
Attori: Rachel McAdams, Domhnall Gleeson, Bill Nighy, Tom Hollander, Lee Asquith-Coe, Margot Robbie, Lindsay Duncan, Paul Blackwell, Rowena Diamond, Nichola Fynn, Paige Segal
Voto: sette, sono un inguaribile romantico.
Attualmente in visione: S.Marco Bergamo, Uci Curno, Il Borgo Romano di Lombardia, Cinestar Cortenuova, Ariston Treviglio.
Cornovaglia, famiglia originale, figli da registrare. Tim, il rosso malpelo timido e riservato affronta l’ennesima festa di capodanno da soprammobile ed il padre decide di intervenire. Il segreto di famiglia tramandato dai soli maschietti è di quelli che ad un inizio di un film fa rabbrividire: "se ti metti in un luogo buio, fai i pugni e pensi intensamente ad un luogo del passato dove vuoi tornare, in un secondo ti troverai soddisfatto". Padre e figlio hanno entrambi questo potere, non possono modificare il corso della storia, per esempio ammazzando Hitler, ma possono organizzarsi la vita.
Facile? Non esattamente. Sliding doors o Ritorno al futuro sono le pellicole che balzano alla memoria ad una prima lettura di Questione di tempo, ma in realtà quì non ci sono avventure mirabolanti e le vicende sentimentali sono politically correct. Regia e sceneggiatura sono affidate a Richard Curtis, quello di Notting Hill, e l’atmosfera british c’è con tutto il fascino conseguente. La rivelazione del potere soprannaturale avviene nei primi tre minuti del film, tolto il dente tolto il possibile dolore di un filmetto favolistico che non si paleserà. Sicuramente con una verve più ritmata e alcune battute decisamente azzeccate, la prima parte del film è quella che ci consegna una commedia brillante, simpatica e a tratti veramente divertente senza mai ricorrere alla facile volgarità. Poi la sceneggiatura vira al sentimentalismo malinconico, i viaggi nel tempo si fanno sempre più inutili perchè la vita prende il sopravvento e in definitiva vale la pena viverla in prime time. Ne risente un po’ il film, complici 123 minuti, decisamente troppi anche per chi si lascia cullare dalle carezze della buona famiglia inglese, dai messaggi rassicuranti e dalla prole che arriva nel lungometraggio per irradiare futuro e speranza.
Tim usa il superpotere per tutti, con una generosa attitudine a salvare gaffe e incidenti, evitando il più possibile dolore e problemi ma quando si passa dal sarcasmo delle scivolate imbranate e ripetute con le donne della sua impotenza giovanile alla serietà di temi come l’alcolismo e la nascita di un figlio la commedia inciampa e perde il filo.
Poco male, nulla di così tragico che ci può convincere a non vedere e gustare un film di buona fattura, apprezzabile, con musica da urlo che merita una visitina del nostro Brother Giober ("Back to Black" di Amy Winehouse, la dolcissima "Gold in Them Hills" di Ron Sexsmith, "At the River" dei Groove Armada, "Mr. Brightside" dei Killers, "All the Things She Said" delle t.A.T.u. e "Push the Button" della girl band Sugababes, e ancora"Friday I’m in Love" dei Cure, Nick Cave con "Into My Arms" e "How Long Will I Love You" dei Waterboys riproposto da Ellie Goulding), con un ospite speciale, talmente inaspettato ma veramente gradito in una delle scene più azzeccate dell’opera: Jimmy Fontana…" il mondoooooo, non si è fermato mai un momento, la notte insegue sempre il giorno, ed il giorno verrà…"
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