Mirosa Servidati, consigliere provinciale per il Partito democratico di Bergamo di cui è stata segretario, dice la sua sul "caso Cancellieri-Ligresti" andando forse controcorrente.
Martedì il Ministro della giustizia risponderà, sia alla Camera sia al Senato, sulla nota vicenda delle telefonate relative al caso di Giulia Ligresti.
Leggo che anche una parte del PD chiede le dimissioni di Anna Maria Cancellieri, io invece sto con il Ministro, un Ministro che afferma di essere tenuta a rispettare la legge fino in fondo, senza cedimenti, ma che ha anche "il diritto di essere un essere umano".
Gli atti compiuti dal Guardasigilli sono stati legittimi, al riguardo le parole del Procuratore Caselli sono chiarissime, così come quelle dei due vicedirettori del Dap, che tra l’altro precisano che la Cancellieri non è nuova a questi interventi, fatti per ragioni umanitarie, a favore di carcerati senza nomi e cognomi importanti.
Personalmente mi auguro che continui a farlo per tanti altri detenuti, in condizioni gravi di salute.
Due sole considerazioni.
La prima: siamo di fronte a un giustizialismo becero e fanatico, che niente a che vedere con la giustizia, ma solo, come dice Luigi Manconi “solo sulla base di una cultura del sospetto troppo diffusa”.
La seconda: è del tutto evidente che la vicenda Cancellieri ha come obiettivo non il comportamento di un ministro, ma altro e cioè il governo Letta, la sua destabilizzazione e la sua caduta.
Esattamente come la questione del voto palese sulla decadenza di Berlusconi: il voto segreto, quando si tratta di persone, è un principio di civiltà giuridica, che è stato sacrificato sull’altare delle vicende interne dei partiti.
Si respira una brutta aria, fatta di intimidazioni, gogne mediatiche, fango; così non si risolvono i drammatici problemi del nostro Paese, che mai come ora ha bisogno di una classe politica preparata, competente e onesta, all’altezza della gravissima crisi economica ed istituzionale che stiamo vivendo.
Mirosa Servidati
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