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Le reazioni

Tutti contro la manovra Confindustria delusa Sindacati sul piede di guerra

La legge di Stabilità ha scontentato un po’ tutti: Confindustria si aspettava più coraggio , Cgil e Uil ritengono insufficienti le risorse destinate al mondo del lavoro e sono preoccupate per il pubblico impiego mentre più morbido è il giudizio della Cisl che, però, auspicava maggiori interventi in campo fiscale.

La manovra non ha convinto nessuno: il disegno di legge varato dal Governo ha fatto subito i conti con una valanga di critiche, tanto dal mondo industriale che dalle parti sociali.

Il primo segnale di disappunto è arrivato da Confindustria, per bocca del numero uno Giorgio Squinzi: “I passi sarebbero anche nella giusta direzione ma ancora una volta sono insufficienti a far ripartire la crescita: è una legge che non incide realmente sul costo del lavoro”. Secondo l’organizzazione degli industriali la manovra fatta in questo modo non fa altro che allontanare dall’obiettivo di dare vigore alla lenta ripresa che si sta delineando: servono interventi disegnati in un arco temporale pluriennale e con dimensioni crescenti nel tempo.

Le critiche più dure, però, arrivano dal sindacato. Cisl a parte, che sottolinea il carattere positivo della discontinuità ma bacchetta il Governo sui provvedimenti adottati sul versante fiscale, Cgil e Uil non fanno sconti a Letta e si dichiarano pronte allo sciopero.

Sul piede di guerra ci sono soprattutto le categorie dei pensionati, che il 21 ottobre a Roma si riuniranno unitariamente per decidere una mobilitazione a carattere nazionale, e quelle del pubblico impiego, che hanno già annunciato una mobilitazione contro l’estensione del blocco della contrattazione a tutto il 2014 e del turn over fino al 2018.

“Le prime indicazioni non convincono – dicono alla Cgil – manca un chiaro segnale di equità e una chiara indicazione di redistribuzione dei redditi. Senza riduzione delle disuguaglianze non ci può essere alcuna idea di crescita e di rilancio dell’economia del Paese”.

Sulla stessa linea la Uil, pronta a proteste molto forti, contro le misure che riguardano il pubblico impiego: il segretario generale Luigi Angeletti ha criticato profondamente il blocco dei contratti e quello del turn over, il taglio degli straordinari e le misure sulla liquidazione.

Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni sul piano della riduzione delle tasse per lavoratori e imprese i segnali sono positivi mentre per Angeletti è una riduzione finta e che, quindi, porterà a una finta ripresa.

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