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Economia

Italcementi ai lavoratori: riduzione industriale necessaria dovuta al mercato fotogallery

Dopo la protesta dei lavoratori, che ha visto manifestare a Bergamo oltre 400 dipendenti, Italcementi rimarca i motivi che hanno portato alla stesura del piano di ristrutturazione industriale che prevede la sospensione della produzione, a partire da febbraio 2014, degli stabilimenti di Scafa e Monselice.

Dopo la protesta dei lavoratori, che ha visto manifestare a Bergamo oltre 400 dipendenti, Italcementi rimarca i motivi che hanno portato alla stesura del piano di ristrutturazione industriale che prevede la sospensione della produzione, a partire da febbraio 2014, degli stabilimenti di Scafa e Monselice. Pubblichiamo integralmente la nota di Italcementi.

 

Per fronteggiare l’andamento negativo del mercato del cemento in Italia, con volumi più che dimezzati da sei anni a questa parte, l’azienda ha predisposto (verso la fine dello scorso anno) un Piano per la ristrutturazione e il rilancio dell’attività produttiva in Italia, con il quale è stato riorganizzato l’assetto industriale. Il piano prevede il mantenimento in attività di cementerie a ciclo completo in numero adeguato alle richieste di mercato, mentre per altri impianti è prevista la sospensione delle attività in relazione alle necessità produttive.

L’ulteriore peggioramento della situazione di mercato nel primo semestre 2013 ha richiesto un aggiornamento di questo piano, con la sospensione da febbraio 2014 di ogni attività produttiva a Scafa e Monselice. Il percorso è stato illustrato alle Organizzazioni Sindacali nazionali e al Coordinamento delle RSU degli stabilimenti lo scorso 23 settembre. È stato proposto il mantenimento dell’attuale piano di ristrutturazione redistribuendo le 669 posizioni complessive di cassa integrazione, così da consentire la totale sospensione delle attività di Monselice e Scafa a decorrere da febbraio.

Questa modalità consentirebbe di:

· realizzare nel breve il previsto assetto industriale, aderente al mercato attuale;

· mantenere i presupposti iniziali del piano, rimandando ogni decisione di carattere strutturale tenendo conto dei futuri trend di mercato.

Il tutto, con il mantenimento delle varie forme di sostegno al reddito previste da Italcementi e con la possibilità peraltro di posticipare i termini della copertura della cassa integrazione straordinaria, a oggi prevista fino a gennaio 2015, termini che consentirebbero di intraprendere eventuali percorsi di riconversione industriale. La posizione sindacale si è mostrata critica circa la revisione del percorso – sebbene l’ipotesi sia coerente con gli accordi in essere e nonostante sia stata riconosciuta da tutti la forte negatività di mercato – dichiarando uno stato d’agitazione che prevede, fra l’altro, un pacchetto di 16 ore di sciopero 8 delle quali destinate alla manifestazione di protesta che si terrà a Bergamo.

I termini del piano proposto da Italcementi sono stati e saranno al centro di incontri con il Ministero dello Sviluppo Economico, per la costituzione di un tavolo di regia nazionale, e con il Ministero del Lavoro, per la verifica delle agibilità relative alle coperture sociali.

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