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L'indagine

Rubavano auto di lusso per rivenderle all’estero 13 arresti a Bergamo

Venti persone sono state arrestate mercoledì mattina dalla polizia stradale del coordinamento regionale lombardo. La banda, secondo la procura di Bergamo che ha condotto le indagini, pagava i mezzi con assegni circolari falsi e li portava in poche ore all'estero.

Sceglievano le auto di lusso da rubare sui siti internet Autoscout24, E-Bay e Subito.it, contattavano le vittime presentandosi con generalità di ignari cittadini e, una volta concluso l’affare, pagavano con assegni circolari completamente falsi. Poi, una volta preso possesso del mezzo, lo portavano all’estero per rivenderlo. Sono scattate mercoledì mattina le manette per 13 persone, mentre altre 7 sono state fermate agli arresti domiciliari. 13 di questi 20 sono bergamaschi.

Si tratta di Claudio Verni, Claudio Maltese, Francesco Raele, Paolo Campos, Mauro Gallucci, Natascia Hudorovich, Sandro Hudorovich, Salam Daher, Badr Eddine Maskioui, Guido Antonio Longhi, Gheerghe Malanca, Rachid Mountassir, Raoul Ben Salha, Aziz Adridour, Filippo Siscaro, Elena Scarpellini, Salin Lirathni. 

Associazione a delinque finalizzata alla truffa, ricettazione e riciclaggio all’estero. Queste le principali imputazioni riservate ai 42 soggetti denunciati al termine delle indagini iniziate nel maggio del 2012, quando ai carabinieri di Lodi è arrivata la prima denuncia di una delle vittime che aveva appena intascato un assegno circolare falso in cambio della sua Audi S4. Il veicolo pochi giorni dopo è stato fermato in Germania. Da quell’episodio è partita quella che è stata poi ribattezzata "Operazione Full" che ha portato alla scoperta di una vera e propria banda che, a macchia d’olio, nel giro di pochi mesi ha portato le sue truffe in mezza Italia: episodi analoghi a quello di Lodi si sono infatti verificati in quasi tutto il Nord Italia e, in alcuni casi, anche a Firenze, Pistoia e Livorno.

Gli artefici della truffa, radicati prevalentemente nella provincia di Bergamo, non si presentavano mai all’incontro che portava alla conclusione dell’affare. Al loro posto mandavano una persona assoldata al momento che si presentava al venditore come un conoscente o un parente stretto dell’acquirente, con la fotocopia dei documenti di ignari cittadini.

Le truffe venivano sempre portate a termine nel tardo pomeriggio, così da rendere impossibile il deposito dell’assegno (e la scoperta del falso) prima di qualche ora, tempo che serviva alla banda per portare i mezzi appena rubati all’estero. Germania, Austria, Spagna e Romania i paesi più interessati alla vendita delle auto, sempre di grossa cilindrata e di elevato valore.

Il Pm Gianluigi dettori, che ha coordinato le indagini svolte assieme alla Polizia Stradale di Lodi, ha voluto ricolgersi ai cittadini: "Fate attenzione quando usate internet per comprare o vendere beni di questa importanza".

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