di Marco Cimmino
Messer autunno è arrivato davvero: tempo di tazze fumanti alle cinque del pomeriggio, di nebbioline e di castagne genge. L’autunno evoca riflessioni e lenti silenzi: anche le gite fuoriporta, d’autunno, sembrano più ovattate, più riflessive, alla ricerca di una misura, in un tempo sospeso. Milano è città autunnale per antonomasia: la nebbia, come a Londra, d’altronde, non è più quella bambagia impenetrabile di qualche tempo fa, però la malinconia uggiosa di certi tardi pomeriggi ristagna ancora nell metropoli lombarda, tra i binari luccicanti del tram e il lampeggiare, sfumato dall’umidità, dei semafori.
Milano, dunque, è la meta di questa nuova argonautica del fine settimana: anzi, il centro esatto di Milano, piazza del Duomo, dove il potere della Chiesa ambrosiana e della monarchia, da secoli, si specchiano uno nell’altro. Lì sorge Palazzo Reale: un tempo residenza di sovrani e, oggi, prezioso spazio museale, offerto a tutti con uguale munificenza. La collezione di Palazzo reale, di per sé, varrebbe una visita: oggi, però, voglio suggerirti una serie di mostre che, per una fortunata (e non casuale) circostanza, si assommano, in questo periodo, nelle sale espositive milanesi.
Una, molto interessante, almeno a titolo di curiosità, riguarda Andy Warhol ed inizia il 24 di questo mese: si tratta di una monografica di notevole rilievo, che raccoglie le opere del padre della Pop Art, collezionate, nel corso degli anni, da Peter Brant, un grande cultore di arte moderna statunitense. Questa mostra, in un certo senso, forma un dittico americano con l’altra mostra, “Pollock e gli Irascibili”, dedicata, stavolta, alla scuola di New York, che ha aperto i battenti esattamente un mese prima, il 24 settembre.
Di grande interesse sono anche le tre mostre che potremmo riunire sotto l’insegna di un ipotetico trittico francese, due delle quali provengono dalle collezioni del “Centre Pompidou” di Parigi. Intendiamoci, il “Centre Pompidou” è un’autentica schifezza: una specie di scarafaggio tutto tubi e bozzi. Però, è una schifezza che contiene un tesoro: e parte di questo tesoro è a disposizione, in questo periodo, dei nostri gitanti fuoriportiani. Si comincia con la mostra “Da Matisse a Bacon, il volto del ‘900”, aperta dal 25 settembre, che riunisce un’ottantina di ritratti e figure umane di autori fondamentali dell’arte novecentesca, da Matisse a Bacon, appunto, ma anche Picasso e De Chirico e Max Ernst. Sempre dal capace ventre del sarcofago parigino proviene la grande mostra monografica sull’opera di Vassilij Kandinskij, che conta un centinaio di lavori del pittore russo, attraverso tutta l’evoluzione della sua arte, dagli esordi fino agli anni Trenta. La monografica su Kandinskij aprirà i battenti solo a partire dal 17 dicembre. Particolare, infine, e particolarmente suggestiva è anche la mostra dedicata a Rodin, straordinario artista francese a cavallo tra ‘800 e ‘900, pittore, ma soprattutto scultore ed innovatore della plastica scultoria: 60 opere, prevalentemente in marmo, ossia una porzione importante della produzione dell’artista, sono esposte al pubblico, a partire dal 17 di questo mese.
Insomma, potrai viaggiare attraverso la pianura autunnale, comodamente (si fa per dire!) seduto, a bordo di uno di quei carrozzoni luridi che qualcuno si ostina a definire treni, oppure affrontare il breve viaggio in automobile fino a Milano: sarà, magari, un po’ scomodo, rispetto a come dovrebbe essere viaggiare in un Paese civile. Però, una volta entrato nel Palazzo Reale, troverai tutta la civiltà che cerchi: la migliore, quella che allarga lo spirito e riesce, perfino, a farci dimenticare in che razza di mondo ci tocca di vivere. E nell’autunno grigio ed opaco di Milano, ti sembrerà di veder fiorire la primavera formidabile della bellezza e dell’arte.
Per le tue informazioni su orari e servizi, consulta il sito ufficiale di Palazzo Reale.
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