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La battaglia

Imu sulle case dei ricchi: sì all’emendamento della discordia

Il balletto dell'Imu sulle case dei "ricchi" si è concluso nella giornata di lunedì con la riammissione dell'emendamento del Pd che prevede la riduzione della platea di esenti al di sotto del tetto di una rendita catastale pari a 750 euro per la prima casa dopo che in giornata la clausola era stata bocciata.

Il balletto dell’Imu sulle case dei "ricchi" si è concluso nella giornata di lunedì con la riammissione dell’emendamento del Pd che prevede la riduzione della platea di esenti al di sotto del tetto di una rendita catastale pari a 750 euro per la prima casa dopo che in giornata la clausola era stata bocciata.

I presidenti delle Commissioni Bilancio e Finanze, il Pd Francesco Boccia e il Pdl Daniele Capezzone hanno in fatti deciso per la riammissione, escludendo solo la parte dell’emendamento che destinava i maggiori introiti derivanti dalla riduzione dell’esenzione al ripristino dell’aliquota Iva dal 22% al 21%.

Il testo sarà votato martedì.

La prima intesa però non appiana i contrasti tra Pd e Pdl sul provvedimento.

Sul fronte Pd Boccia spiega che "La proposta avanzata dal Pd che prevede la riduzione degli esenti dal pagamento dell’Imu mira a una progressività della tassa ed è per questo corretta. Ma io credo che debba fare riferimento alla riforma che introdurrà la Service tax. Ora stiamo discutendo del provvedimento che riguarda la prima rata Imu, incassata in questi giorni dai comuni come richiesto dall’Anci.  Non vanno fatti pasticci. Riaprire un dibattito sulla prima rata significherebbe fra l’altro creare squilibri fra i comuni che ricevono i trasferimenti".

"Spetterà poi alla legge di Stabilità – ricorda Boccia – definire chiaramente la fiscalità locale con la Service tax che probabilmente esenterà fino all’80% dei proprietari della prima casa, consentendo finalmente ai comuni di incassare integralmente il gettito così come mai avvenuto prima".

Il dopo-fiducia ha dato forza sì al governo, ma l’equilibrio politico è ancora da trovare.

Molti deputati del Pd vorrebbero subito varare norme più "di sinistra", come appunto far pagare l’Imu ai redditi più alti, ma questo metterebbe in difficoltà Angelino Alfano all’interno del Pdl. Ma i cosiddetti falchi, per bocca dell’ex presidente del Senato Schifani, fanno sentire la loro voce: "Non intendiamo far pagare nessun prezzo al governo. Ma sul programma concordato non arretreremo di un millimetro, compreso sull’Imu. Per questo dico di no a maggioranze trasversali. Avevamo detto di no dall’inizio a che maggioranze diverse, in aula, possano modificare quanto concordato".

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