Martedì la notizia che la disoccupazione giovanile ha superato la soglia del 40%. Lo certifica l’Istat secondo cui ad agosto il tasso è aumentato di 0,4 punti percentuali su luglio e di 5,5 punti su base annua. Ma l’emergenza non riguarda solo i giovani. Aumenta, anche se di poco, il tasso di disoccupazione nazionale che si attesta al 12,2.
Intanto, una crisi di Governo strana quanto difficile da recuperare occupa lo spazio che dovrebbe essere dedicato alla soluzione dei problemi. Di seguito, una nota dei Giovani Metalmeccanici della Fim Cisl di Bergamo.
Mentre l’Italia ha visto sparire, negli ultimi 5 anni, il 20% della propria produzione; mentre si rischia di veder passare in mano straniera assets strategici e di vitale importanza e prospettiva industriale quali trasporti e telecomunicazioni; mentre la disoccupazione tocca livelli preoccupanti soprattutto tra i più giovani; mentre per trovare livelli di crescita come quello attuale bisogna fare un grande salto indietro nella Storia, il "teatrino della politica", quella pessima, ci riserva l’ennesimo colpo basso diretto alle aspettative e speranze di un Paese che non si rassegna a soccombere.
Come giovani impegnati nel Sindacato non possiamo accettare che, ancora una volta, interessi di bottega vengano messi davanti agli interessi generali. Questa è l’antipolitica: puntare all’autoconservazione e al mantenimento di privilegi a scapito del bene comune.
Respingiamo con forza tutto ciò che sta accadendo con ancor maggior indignazione visto che, negli ultimi anni, tutto il Paese, una volta in più, è stato chiamato ad affrontare pesanti sacrifici per raddrizzare una barca piegata da una tempesta senza fine. Non vogliamo nemmeno pensare che tutto questo, alla fine, risulti vano.
È disarmante constatare l’inconcludenza di buona parte della classe politica, vecchia, arrogante e priva di senso civico, incapace di rielaborare strategie lungimiranti, concausa dei nostri ritardi competitivi con gli altri paesi. Un’incapacità ad attuare quelle tanto attese riforme necessarie al rilancio del Paese e che si declina, invece, in una costante ricerca di un "pancista" consenso elettorale che scambia, in una logica perversa, risultati miseri, labili e immediati a fronte di sacrifici pesanti e futuri anziché tramutare i tanti sacrifici, appena affrontati con estrema dignità dalla parte onesta del Paese, in benefici collettivi importanti, strutturali e duraturi.
Noi giovani, sui quali spesso si sono scaricate le conseguenze di scelte approssimative e miopi, facciamo appello alle forze politiche responsabili affinchè venga fatto ogni sforzo per evitare una crisi politica che rischia di colpire, forse definitivamente, un Paese che fatica a rialzarsi bruciandone le timide speranze di ripresa. Un default politico è un lusso che non possiamo permetterci.
Occorre, invece, riscoprire il senso di unità nazionale, di coscienza collettiva e di solidarietà. Bisogna rimettere al centro dell’azione politica il lavoro: un paese senza lavoro è un paese senza futuro. Non è più il tempo dei tatticismi né della sottovalutazione della disperazione che aleggia, dignitosa e silenziosa, in mezzo a troppe persone. È ora che la Politica agisca davvero. Una seria riforma del fisco che ridistribuisca le risorse nel segno dell’equità non è più procrastinabile. La riduzione delle tasse sul lavoro per ridare fiato alle imprese e rendere più pesanti le buste paga non può più attendere. Non è possibile assistere inermi all’allargamento delle disuguaglianze sociali che sono state una delle cause della crisi attuale. Occorre rilanciare gli investimenti, liberando risorse oggi bloccate dai patti di stabilità e facilitando gli accessi al credito, puntare sulle energie pulite, sulle nuove tecnologie e sulla ricerca, fondamentale anche per contenere la fuga dei giovani verso Paesi più dinamici. È tempo, infine, di cambiare la legge elettorale per dare la possibilità ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti, proprio come avviene nei luoghi di lavoro, e scongiurare il riproporsi di una paralisi parlamentare come quella attuale.
Vigileremo affinchè queste richieste diventino realmente le priorità del Paese. È inaccettabile che capricci politici si trasformino in ulteriore disoccupazione, povertà, desertificazione industriale, incertezza, appesantimento fiscale e burocratico. Noi, adulti di domani, non vogliamo essere corresponsabili della decadenza del nostro futuro.
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