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Bergamo

Commercianti di via XX contro musicisti di strada “Sindaco, faccia qualcosa”

E’ guerra aperta tra i commercianti di via XX settembre e i questuanti e musicisti da strada che ogni giorno cercano di attirare l’attenzione dei passanti con cartelli o musica da strada. In una lettera sottoscritta da 25 persone negozianti, avvocati e cittadini di via XX settembre chiedono al sindaco Franco Tentorio e al comandante della polizia locale di intervenire per limitare i disagi causati dai buskers.

E’ guerra aperta tra i commercianti di via XX settembre e i questuanti e musicisti da strada che ogni giorno cercano di attirare l’attenzione dei passanti con cartelli o musica da strada. In una lettera sottoscritta da 25 persone negozianti, avvocati e cittadini di via XX settembre chiedono al sindaco Franco Tentorio e al comandante della polizia locale di intervenire per limitare i disagi causati dai buskers.

Esimio signor sindaco, comandante della polizia locale

Siamo cittadini, residenti e commerianti di via XX settembre e siamo a lei per esporle un disagio che col passare degli anni è diventato un problema serio che ci ha portato all’esasperazione. Stiamo parlando dei mendicanti muniti di fisarmoniche, trombe, trombette, flauti, violini; complessi musicali di ogni nazione e tribù e commedianti che dalla mattina alla sera, nei giorni feriali e festivi, d’estate e d’inverno, ci affliggono con i loro stonati lamenti. Invitati a spostarsi fingono di non capire, comunque vengono immediatamente rimpiazzati da un collega in trepida attesa e la sinfonia ricomincia. Tutto questo dalle nove alle venti: undici ore. Le forze dell’ordine, più volte chiamate in aiuto, dicono di non poter intervenire in nessun modo. Ora passano e fingono di non vedere.

Più volte io personalmente esasperata e incattivita sono scesa in strada minacciando, a torto o a ragione, il musicista di turno. A lei, signor sindaco, chedo: cosa dobbiamo fare? Dobbiamo arrangiarci da soli, rischiando qualche denuncia o possiamo credere in un suo sollecito aiuto. Noi che abbiamo creduto in lei al momento del voto continuiamo a pensare che non rimarrà indifferente alla nostra richiesta. I suoi elettori concittadini Le chiedono solo di poter vivere e lavorare in un clima di normale tranquillità, di rendersi conti di avere qualche diritto in mezzo a una selva di doveri. Certo di un suo sollecito interessamento, cordialmente salutiamo.

In fede

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