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L'indagine

Spunta la pista slava nell’omicidio Ruggeri E il cellulare è sparito fotogallery

I due sicari o i mandanti che hanno assassinato Jimmy Ruggeri potrebbero essere slavi. E' questa una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti che stanno indagando sul delitto di Jimmy Ruggeri, il fratello dell'ex presidente dell'Atalanta, freddato con colpi di pistola alla testa sabato mattina all'ingresso della palestra Castel Gym di Castelli Calepio.

Mentre sembra che un cellulare della vittima sia sparito, si indaga su una pista slava nell’omicidio di Jimmy Ruggeri.

L’ordine era chiaro: uccidetelo. Non doveva essere un’intimidazione, ma un’esecuzione.

Lo dimostrerebbero i tre colpi della calibro nove sul cadavere di Gian Mario Ruggeri detto Jimmy, 44 anni, freddato da due killer pochi minuti prima delle 9 di sabato 28 settembre all’ingresso della palestra Castel Gym di Castelli Calepio.

Un colpo alla schiena e due alla testa per il fratello minore di Ivan Ruggeri, storico presidente dell’Atalanta. Anche se i colpi esplosi dai killer potrebbero essere di più. La moto, una enduro da strada, con i due sicari potrebbe essere arrivata da via delle Cerese, oppure seguiva la Range Rover nera di Jimmy prima che parcheggiasse davanti alla palestra e scendesse con la sacca sportiva. Potrebbe, perché non c’è nessuna certezza nemmeno dalle riprese delle telecamere della zona.

Dai capannoni che si affacciano su via delle Industrie le telecamere per ora non hanno dato immagini utili, ma si continua ad analizzarle. Intanto continuano gli interrogatori nella caserma dei carabinieri di via Delle Valli, dove il pubblico ministero Carmen Pugliese che sta seguendo l’indagine sta ascoltando amici, parenti, conoscenti che frequentavano Gian Mario Ruggeri.

Oltre ai due testimoni Annamaria Bolometti e il padre Emilio, i gestori del bar Bistrò che si trova accanto alla palestra. Annamaria ed Emilio erano appena arrivati in auto quando hanno sentito gli spari, poi per paura si sono abbassati in auto e hanno atteso che la moto con i due sicari si allontanasse. Ma i due killer non erano riconoscibili, avevano caschi integrali e scuri. Questi i pochi dettagli di un’esecuzione in piena regola e che ora gli inquirenti devono risolvere. Intanto si cercano i due killer e la chiave di volta del delitto potrebbe essere il movente. Jimmy Ruggeri doveva presentarsi il prossimo 11 ottobre per un’udienza preliminare da pm Silvia Golin alla Procura di Vicenza.

Una coincidenza? A tredici giorni da quel appuntamento Jimmy è stato messo a tacere? Perché? Che cosa avrebbe potuto dire? L’inchiesta della Procura di Vicenza riguardava una serie di fatture carosello, una frode fiscale messa a punto con altri imprenditori e manager lombardi e veneti. Ai tempi Gianmario Ruggeri ricopriva la carica di amministratore delegato della "R. Polimeri Spa" di Telgate, un’azienda specializzata in materie plastiche. Jimmy era entrato a far parte, anche se con un ruolo marginale, in un sistema che creava "fatture carosello". Le ditte italiane acquistavano materie prime da alcuni Paese dell’Unione Europea, soprattutto in Slovenia e Austria, senza pagare l’Iva. Poi emettevano fatture senza aver versare un centesimo in tasse, ma in questo modo potevano proporre sul mercato prodotti a prezzi molto vantaggiosi sbancando la concorrenza.

Forse in vista dell’udienza del prossimo 11 ottobre avrebbe ammesso colpe e svelato nomi di aziende o imprenditori slavi? Si batte anche questa pista tra le altre. Intanto si passano al setaccio anche le immagini delle telecamere del casello dell’autostrada. I killer dopo aver freddato Ruggeri sono fuggiti con la moto, ma potrebbero aver avuto un’auto o un furgone a portata di mano per immettersi in A4 dal casello di Pontoglio e fuggire facendo perdere le proprie tracce in direzione Est. Un’ipotesi, tra le tante, su cui si sta lavorando.

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