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Abbonamenti più cari Se questo vuol dire pensare alle famiglie…

Luciano Passirani analizza l'aumento dei prezzi degli abbonamenti che ha portato a un calo vistoso del numero delle tessere staccate. Spiegando che, forse, questa volta nessuno se la può prendere con lo stadio vecchio.

di Luciano Passirani

Se Marino dichiara, a proposito di abbonamenti e del loro calo, "prezzi forse da correggere", vuol proprio significare che la campagna abbonamenti 2013-’14 non è stata ben concertata. E i risultati, allo stato attuale circa 1.500 tessere in meno, pur non definitivi, sono lo specchio in cui ognuno è libero di confrontarsi. Si continuerà fino al 20 settembre, con l’obiettivo di eguagliare almeno le sottoscrizioni dell’anno scorso quando le tessere vendute furono 9.619, con 10.052 abbonati, che fanno una differenza di 433 omaggiate quasi un 5% di ufficiali e gentiluomini, che non pagano?

Onore a Marino per la sincera ammissione, ma pensandoci bene, a parte l’anno della serie B, Bergamo e i suoi tifosi non hanno mai avuto regali. Consideriamo pure la crisi economica, ma le proclamate novità di marketing nel corso degli anni hanno avuto meno seguito di qualche scivolata di troppo.

Partiamo dal primo anno di serie A 2011-’12 con prima scivolata: la società chiama a raccolta la famiglia e la fedeltà alla squadra ma se ne dimentica nei contenuti, quelli che riguardano il portafoglio. Nella presentazione, pomposamente allestita il 29 luglio nella sala Traini del Credito Bergamasco non c’è traccia, paghi intero o ridotto in ogni ordine di posto. Centinaia di e-mail di critiche convincono la famiglia Percassi a una veloce retromarcia. Ci mette la faccia Stefano Percassi che tre giorni dopo la presentazione annuncia la creazione della tariffa family, valida sia per vecchi che nuovi abbonati, 50% di sconto a partire dal secondo abbonato del nucleo familiare, oltre al 10% di sconto spettante al vecchio abbonato che rinnova. Sollevazione popolare accontentata, famiglia riconosciuta, figuraccia in gobbo al marketing. Alla fine 9.685 abbonati, non confrontabili con i precedenti 16.195 del campionato di serie B, dove in realtà non si pagava.

Nuova sbandata la stagione successiva. Marketing non fortunato, nemmeno il nuovo luogo di presentazione, il meeting room del Gruppo Percassi. Non una dimenticanza ma una scelta ben precisa, il parterre di tribuna non esiste più. Quattro giornali, alcune palline di carta e un parrucchino all’indirizzo di Conte sono costati troppo in multe durante l’anno. Abolire "chei del parterre" non regge nemmeno questa volta. Altra rettifica, altro comunicato in cui l’Atalanta ricorda che persegue il rafforzamento della propria immagine con iniziative sul territorio come il progetto neonati, la scuola allo stadio e Atalanta Football Camp, che poco c’entrano con il parterre che alla fine viene riaperto agli abbonati. Tralascio i disguidi del sistema che a taluni fa pagare 220 euro, altri presso il centro commerciale Orio Center sborsano 240 euro.

Per stare alla stagione in corso, a rimetterci sono i fedelissimi della tribuna nerazzurra per i quali due colori una famiglia diventa due abbonamenti a prezzo pieno. La famiglia sparisce, il rinnovo family da 1.350 euro non c’è più. 2.700 euro il rinnovo anche per il bimbetto di 10 anni, come per la gentile consorte, che sommati ai 2.700 euro del fedelissimo genitore fanno 5.400 euro, quando non chiedi il parcheggio che costa 700 euro. Un invito a lasciare a casa mogli e bimbetti. Ciao ciao family.

Tempi duri anche per i ridotti della centrale e della laterale, sono gli over 65 e le donne, ma anche gli invalidi. Dovrebbero essere le categorie più protette, invece in centrale il nuovo passa a 1.050 euro da 750 euro, il rinnovo da 675 a 850 euro. In laterale il nuovo ridotto passa da 500 euro a 750, il fedelissimo da 450 euro a 600.

Gilbert Becaud cantava "l’important c’è la rose", il marketing dell’Atalanta senza molto pubblicizzare rimedia con  "l’important l’è maià". A chi brontola, ma sottoscrive comunque, vanno per quattro gare altrettanti buoni pasto per accedere al catering.

Troppo facile prendersela sempre con lo stadio non propriamente adeguato. Offrire almeno internet libero non sarebbe male come idea per il futuro, importante pensarci. Eppure il mercato finisce con un attivo di 5,9 milioni. Gli abbonati per ora si accontentino.

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