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Dalla regione

Via libera ai referendum sulla fusione tra Comuni Ecco i bergamaschi

Le Commissioni Affari Istituzionali e Riordino delle Autonomie congiuntamente hanno approvato l’indizione di referendum che si terrà la prima domenica di dicembre: Sant'Omobomo Terme e Valsecca, Brembilla e Gerosa, Covo, Fara Olivana con Sola e Isso i bergamaschi interessati.

Sono 11 le proposte di referendum sulla fusione tra Comuni in Lombardia, sparse tra le Province di Varese, Bergamo, Como, Mantova, Pavia e Lecco approvate dalle Commissioni riunite oggi in seduta congiunta.

Le Commissioni Affari Istituzionali e Riordino delle Autonomie, giovedì mattina, hanno infatti dato il via libera all’indizione di referendum, che si terrà nella prima di domenica di dicembre.

I Comuni interessati sono i seguenti:

Provincia di Bergamo: Sant’Omobomo Terme e Valsecca; Brembilla e Gerosa; Covo, Fara Olivana con Sola e Isso.

Provincia di Como: Bellagio e Civenna; Drezzo, Gironico e Pare’; Faloppio, Ronago e Uggiate-Trevano; Claino con Osteno, Corrido, Porlezza, Valsolda e Val Rezzo.

Provincia di Lecco: Verderio Inferiore e Verderio Superiore.

Provincia di Pavia: Cornale e Bastida de’ Dossi.

Provincia di Varese: Maccagno, Pino sulla Sponda del Lago Maggiore, Veddasca.

Provincia di Mantova: Virgilio e Borgoforte.

“Le decisioni prese oggi sulle 11 proposte all’attenzione della Commissione– hanno detto i due Presidenti Stefano Carugo e Giulio Gallera (PDL) – sono importanti perché rispondono all’obiettivo di ridurre i costi per lo Stato, migliorando i servizi per le comunità. Approvare l’indizione di referendum significa dare voce alla volontà dei cittadini e al loro voto ci rifaremo per qualunque decisione in merito”.

Dopo il referendum, le norme prevedono che venga sentito il parere della Provincia e dell’eventuale Comunità montana ed elaborato un progetto di legge da portare in Aula e sul quale le Commissioni potranno ascoltare eventuali soggetti interessati.

“E’ fondamentale – ha detto Fabio Pizzul (PD) – in questi casi dare voce ai cittadini e sentire cosa ne pensano. Dopo il voto unanime a queste 11 proposte spero e mi auguro che le restanti 8, ancora sul tavolo della Giunta, arrivino presto in Commissione per dare, anche in questo caso, l’assenso a una consultazione popolare”.

Sul caso del cambio di denominazione di Tremosine, sul quale c’è stato anche un dibattito, è stata invece votato all’unanimità di non procedere a un nuovo referendum visto anche l’ampio consenso già dimostrato dai cittadini nella consultazione avvenuta poco prima della chiusura della scorsa legislatura. Secondo le norme in questo caso, non essendo stato approvato un progetto di legge a seguito del referendum, si dovrebbe procedere a una nuova consultazione.

“Vista l’ampia convergenza dei cittadini e il fatto anche che si tratta di un’aggiunta all’originale denominazione che risponde a logiche turistiche – ha spiegato Gallera – conveniamo non sia il caso di sprecare soldi pubblici per una nuova consultazione che porterebbe comunque allo stesso risultato dell’anno scorso”. “Credo che valga la pena rischiare – ha aggiunto Massimiliano Romeo (LN). Vero che il Governo può impugnare e qualunque cittadino ricorrere – ma credo che in questo caso sia più importante risparmiare soldi che altrimenti andrebbero sprecati per rifare un referendum dall’esito scontato”.

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