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Ambiente

No alle gare di enduro Ora il WWF fa sul serio: denuncia alla Procura

Per la gara in Val Cavallina dello scorso 14 luglio WWF e Legambiente hanno proposto una denuncia per violazione di vincoli ambientali e mancato rispetto delle disposizioni dettate dai comuni interessati per gli organizzatori del Moto Club Bergamo

WWF e Legambiente unite contro le gare di enduro in montagna. Mario Zamboni, presidente del WWF Italia – Comitato di Bergamo e Armando Caldara, presidente di Legambiente – Circolo Val Cavallina e Val Calepio, dopo la gara del campionato regionale di enduro svolta il 14 luglio scorso, il WWF Italia hanno proposto una denuncia per violazione di vincoli ambientali e mancato rispetto delle disposizioni dettate dai comuni interessati depositando un esposto alla Procura della Repubblica del Tribunale di Bergamo.

La gara, denominata “Campionato regionale di enduro under 23 – senior 2013” era stata organizzata dal Moto Club Bergamo lungo un tracciato che interessava il territorio dei comuni di Carobbio degli Angeli, Gorlago, Foresto Sparso, Zandobbio, Trescore Balneario, Gandosso, Credaro e Villongo.

“Gli atti autorizzativi necessari per lo svolgimento di questo evento sono stati rilasciati dalle Amministrazioni competenti, come ormai si ripete da diversi anni, a pochi giorni dalla gara –spiegano Wwf e Legambiente- , rendendo più difficile se non impossibile, l’esercizio del diritto di ricorso o contestazione entro la scadenza da parte di coloro che ne hanno interesse”.

“Il Moto Club Bergamo –proseguono- ha comunque dato il via alla gara nonostante la diffida e l’assenza di autorizzazioni per i diversi ambiti del percorso, il cui tracciato ha interessato i comuni sopra richiamati sviluppandosi per i seguenti tratti ubicati al di sopra della quota di 400 metri”.

"Per quanto sopra esposto -attaccano i denunciatari- chiediamo che la Procura della Repubblica in indirizzo accerti se siano ravvisabili a carico degli organizzatori dei comportamenti penalmente perseguibili per aver realizzato una gara motociclistica in ambiti di elevata naturalità in sfregio alla tutela paesaggistica prevista e in violazione delle autorizzazioni rilasciate dai Comuni, oltre per qualsiasi altro reato che l’Autorità Giudiziaria ritenesse di ravvisare nei fatti sopra esposti anche in relazione alla mancata vigilanza delle Autorità preposte alla tutela dei beni paesaggistici della Regione Lombardia”.

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