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Il contenzioso

La dirigente Inps: parking via Borfuro l’area va liberata

Teresa Pantano è dirigente Inps e da anni si occupa del contenzioso con i gestori del parcheggio in pieno centro a Bergamo: a lei abbiamo chiesto di raccontare l’evolversi di questa querelle per ora conclusa con una sentenza della Cassazione che dichiara scaduto dal 1994 il contratto d’affitto. Il legale della società del parcheggio: "Non esiste alcuna abusività".

Teresa Pantano è dirigente dell’ufficio coordinamento direzione regionale Inps gestione pubblica: un ruolo complicato da definire, ma in sintesi da quattro anni si occupa, tra l’altro, del centralissimo parcheggio di via Borfuro a Bergamo al centro di una querelle che dura da decenni.

A lei abbiamo chiesto di spiegare l’evolversi di questo contenzioso tra Inps (prima era Inpdap) e i titolari, cioè all’inizio la famiglia Arzuffi e quindi la società parcheggio Sant’Alessandro, di cui fa parte la famiglia Fasano.

Dopo la lettera pubblicata da Bergamonews in cui un cittadino chiedeva come mai non è stata ancora di fatto resa esecutiva la sentenza definitiva, e cioè quella della Corte di Cassazione che conferma la sentenza d’Appello e dichiara “la cessazione al 15 febbraio 1994 del contratto di locazione dell’area destinata a parcheggio” e condanna ”la sublocatrice al rilascio dell’area”, l’avvocato dei fratelli Fasano Antonello Notaro ha mandato una nota.

Nella nota il legale intende smentire quanto scritto, dicendo che "non esiste alcuna abusività" e allegando la “copia di due codici atto aventi ad oggetto il pagamento del canone mensile di Agosto 2013 e del canone mensile di Settembre 2013, effettuato tramite modello F24 all’Agenzia delle Entrate, da parte della Società Parcheggio Sant’Alessandro così come richiesto dall’INPS. Unica differenza sostanziale che noterete – scrive l’avvocato Notaro – è la cifra richiesta dall’INPS con la cifra versata, difatti la ragioneria dell’INPS chiede Euro 100,81 per il mese di Agosto e Euro 100.81 per il mese di Settembre. Il Parcheggio Sant’Alessandro non paga tale cifra, ma paga Euro 2500 per il mese di Agosto 2013 ed Euro 2500 per il mese di Settembre 2013”.

Il senso della nota è: il contratto c’è perché i Fasano pagano la locazione che è di 100 euro al mese, anzi ne versano addirittura 2500 a fronte di una richiesta di 100.

Che una zona così pregiata costi 100 euro al mese d’affitto e che chi ne usufruisce decida di pagarne 2.500 ci è sembrato quantomeno strano ed è per questo che abbiamo deciso di capire facendoci raccontare dall’Inps la vicenda.

“La Cps (Cassa per le pensioni sanitarie) – spiega la dirigente Pantano – stipulò negli anni Settanta un contratto con la famiglia Arzuffi che poi subaffittò alla società Parcheggio Sant’Alessandro (legittimamente). Il contratto per la Cps scadeva nel 1982 e dal momento che la quota d’affitto era decisamente bassa si decise di procedere a un nuovo contratto per adeguarne il prezzo”.

Nasce così un contenzioso con la società dei fratelli Fasano che si oppongono e la questione arriva al tribunale: il primo grado dichiarava risolto il contratto, ma non nell’ ’82 bensì al 15 febbraio 1994; l’Appello e la Cassazione vedevano riconfermata la decisione.

La sentenza della Cassazione arriva al 2011 e per tutto il periodo il parcheggio di via Borfuro ha continuato a essere gestito come sempre coi locatari che pagavano cento euro al mese all’Inps.

“Non appena emessa la sentenza della Cassazione – prosegue la dottoressa Pantano – abbiamo dato incarico ai nostri legali di liberare l’area per poterla mettere a reddito. Come? Con un bando di gara per una nuova locazione che verrà emesso presto, a settembre. Con un corrispettivo di prezzo che non è di 100 e nemmeno di 2.500 euro: non siamo noi a decidere il valore dell’area ma l’Agenzia del territorio”.

Però… “però i Fasano non liberano l’area”.

In effetti hanno fatto un nuovo ricorso, un ‘opposizione al precetto di "sloggio" e fino a novembre non ci sarà l’udienza.

Ma, chiediamo, i 2.500 euro che l’avvocato dichiara siano stati versati ad agosto e settembre? “Sono una cifra arbitrariamente decisa dai Fasano. Il contratto è scaduto dal 1994, questo ha stabilito la Corte e quindi loro non hanno titolo per stare lì”.

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