Allunga il bicchiere di plastica azzurra e chiede: "Mi dai qualcosa?". Impossibile evitarla. E’ una donna appostata alla cassa automatica dei parcheggi dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Con lei ci sono altri due uomini, si alternano all’altra cassa, quella su cui si affaccia la torre 4 del nuovo ospedale.
"Ci marcano a vista per farsi dare il resto, difficile evitarli perchè sono addossati alla cassa" racconta Francesca Buonincontri. "Il problema è che mentre stai aprendo la borsa o il portafogli temi sempre che avvenga uno scippo – confida Michela Bonelli -. Mi chiedo se non sia il caso di potenziare la sorveglianza, soprattutto nelle ore serali. Io sono con mio marito, ma se fossi sola non è che sia proprio tranquilla".
All’altra cassa sono presenti altri due giovani. Insistono per gli spiccioli e spesso i visitatori infastiditi cedono pur di allontanarsi e raggiungere la loro auto.
"Già si paga caro il biglietto del parcheggio, vedere queste persone che chiedono insistentemente il resto non è una bella immagine per l’ospedale e per Bergamo" taglia corto Giulio Marelli. Che il parcheggio dell’ospedale fosse terra di "vu cumprà" che offrono accendini, collanine e braccialetti, non era un mistero. Ma il gruppetto di mendicanti presente da una settimana alle casse del parking non vende nulla: chiede la carità.
"La direzione ospedaliera dovrebbe imporre alla società di gestione dei parcheggi un servizio attento di sorveglianza" conclude Francesca Buonincontri.
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