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L'intervento

Felli, Pd: Montelungo, Gamec, Carrara, le scelte sbagliate del centrodestra

Enrico Felli, esponente di democratici di Bergamo, interviene nel dibattito che si sta facendo sempre più caldo intorno al futuro della caserma Montelungo. E in vista delle amministrative di primavera invita il suo partito a spendersi per progetti ambiziosi.

Enrico Felli, esponente del Pd di Bergamo, interviene nel dibattito che si sta facendo sempre più caldo intorno al futuro della caserma Montelungo. Da tempo l’argomento è al centro dell’attenzione di amministratori, politici e non solo (anche Bergamonews nel recente passato ha dedicato una serie di interviste). La questione Montelungo si intreccia strettamente con la proposta di Ubi Banca di trasferire la Galleria d’arte moderna e contemporanea (Gamec) ai Magazzini generali. Ma è anche uno degli snodi su cui si innestano visioni differenti della cultura e del futuro tutto della città di Bergamo anche in vista delle elezioni amministrative della primavera 2014.

"Gli interventi di vari rappresentanti del Pd hanno riportato al centro dell’attenzione la Montelungo. Tutti noi che abbiamo a cuore il destino di quell’area siamo rimasti inevitabilmente sorpresi nell’apprendere che la Montelungo, grazie ad una modifica normativa di cui ci ha reso edotti Elena Carnevali, poteva essere acquistata a valore zero o quasi a fronte di un piano di valorizzazione.

Una modifica rilevante, intervenuta per di più da oltre una anno, senza che nel frattempo l’Amministrazione abbia apparentemente fatto qualcosa di diverso dal giustificare la mancata conclusione dell’operazione con il Demanio con l’impossibilita di sostenere il costo dell’acquisizione.

Forse è per questo che è stata scelta una strada diversa.

O meglio che l’Amministrazione ha fatto propria l’idea che altri hanno avuto di trasferite la Gamec presso i Magazzini Generali.

Mi riferisco alla proposta di UBI – in sé legittima – di sostituire, nel quadro di una più ampia operazione urbanistica di carattere strettamente privatistico, il pagamento degli oneri dovuti al Comune con la sistemazione di un comparto destinato ad accogliere la Gamec.

Per alcuni un’opportunità da cogliere. Per altri una scelta sbagliata. Io mi schiero con questi ultimi.

Perché significa abbandonare la Montelungo.

Perché è una scelta non condivisa priva di qualunque aspetto partecipativo.

E perché si tratta di un progetto imposto quando l’utilizzo di risorse pubbliche – gli oneri – avrebbe richiesto un minimo di concorso progettuale.

Alla prima delle tre obiezioni l’Amministrazione ha risposto con più di uno dei suoi componenti che l’operazione UBI non comporta una rinuncia alla vocazione culturale della Montelungo.

Verrebbe così da pensare che il problema della cultura e della tutela del patrimonio artistico sia centrale per questa Amministrazione. Ma così non è.

Per convincersene è sufficiente leggere la delibera di indirizzo assunta sulla Carrara.

La cui applicazione, come ci hanno spiegato i nostri rappresentanti in Consiglio, comporterà l’affidamento di un patrimonio artistico di inestimabile valore a una fondazione composta di privati che si interfaccerà con il Comune tramite la Cobe le cui competenze dipenderanno dalle capacità e dalle conoscenze del legale rappresentante in carica.

Il PD ha proposto degli emendamenti tutti condivisibili eppure tutti bocciati.

Ho fatto queste riflessioni perché credo che la questione Montelungo sia un esempio dal quale possiamo ripartire.

E’ la dimostrazione che anche i progetti più ambiziosi possono avere possibilità (evidentemente, non la certezza) di successo se affrontati con lungimiranza e condivisione.

Magari non si riesce perché non ci sono le condizioni. Ma è necessario provarci con convinzione sostituendo quando serve la speranza al pragmatismo.

Se ci pensate alcuni amministratori comunali (non voglio fate nomi) ci hanno dimostrato che attraverso questa strada possono essere raggiunti risultati inaspettati.

I fatti di questi giorni mi convincono una volta di più che il PD ha la possibilità di governare la Città con un offerta politica e dei progetti condivisi che guardino finalmente al futuro.

Abbiamo dimostrato di avere le competenze per farlo. Dobbiamo solo aggiungere un po’ di entusiasmo. Per questo dobbiamo forse lavorare tutti un po’ di più. 

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