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La centrale di Malpaga brucerà liquami animali Ghisalba sul piede di guerra

La Provincia ha approvato la modifica dei materiali che possono essere bruciati nell'impianto di Malpaga. Critiche da parte del vicino Comune di Ghisalba che ha presentato un ricorso al presidente della Repubblica e dal comitato ambientalista F9: "Non vogliamo un'altra Seveso"

È stata approvata nei giorni scorsi dalla Provincia, con determinazione dirigenziale, la modifica dei materiali che possono essere conferiti alla centrale a biogas di Malpaga. Una decisione che fa molto discutere nella Bassa.

La Provincia ha stabilito che la Società Agricola Malpaga s.r.l. potrà utilizzare nuove matrici, in particolare reflui zootecnici, (in concreto liquami bovini) provenienti da Cassinone, pollina (concime derivato dalle deiezioni degli allevamenti avicoli), biomasse costituite da cereali per la prima colazione e simili provenienti da Costa Mezzate, oltre alla sansa di oliva (un sottoprodotto del processo di estrazione dell’olio d’oliva composto dalle buccette, dai residui della polpa e dai frammenti di nocciolino).

Dal comune di Ghisalba, che si trova al confine con la centrale di Malpaga, arrivano malumori da parte del sindaco Samuele Vegini: “Siamo assolutamente contrari a questa decisione –spiega il primo cittadino- per diversi motivi come gli odori che dovremo sorbirci e il traffico che si formerà lungo le strade circostanti. Inoltre l’azienda si è comportata in modo scorretto, non avendoci nemmeno interpellato per un incontro in cui si sarebbe potuto trovare una soluzione. In ogni caso noi abbiamo presentato un ricorso al presidente delle Repubblica contro la decisione. Conoscendo i tempi in Italia sarà una questione lunga, ma non intendiamo fermarci”.

Nessun commento dal Comune di Cavernago, direttamente interessato alla vicenda, che in precedenza si era dichiarato contrario per via delle “molestie olfattive potenzialmente derivanti dai composti di origine zootecnica da inserire nel ciclo produttivo della Società Agricola Malpaga”, ma non si era presentato alla conferenza dei servizi dello scorso marzo in cui si era discusso di questa vicenda con le parti in causa.

Il Comitato f9, nato per far rispettare le zone adibite a verde vincolato (F9), tutelare e promuovere la qualità della vita e la salute dei cittadini di Cavernago, passa subito all’attacco: “Materiali che una volta venivano considerati rifiuti ora vengono fatti passare come energia utile –le parole del presidente del gruppo, Adriano Carolo- ma in realtà rendono l’aria appestata. Penso che il Comune di Cavernago, invece di organizzare feste a castello che rievocano stragi dell’antichità, debba pensare ad evitare che stragi simili si ripetano. E queste non sono sensazioni nostre, ma dati scientifici. Il territorio di Cavernago è già abbastanza bersagliato da questo punto di vista, non peggioriamo la situazione. Non vogliamo ritrovarci con un’altra Seveso tra qualche anno. Promuovere un’azione incisiva per dire no alla decisione della Provincia, con un volantinaggio e, se il Comune di Cavernago si sosterrà, un incontro pubblico con i cittadini”.

Giorgia Latini

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