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L'attacco

“Dal 2014 Iva al 10% per i disabili: così non va Letta deve intervenire”

Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà Confcooperative: “Da un lato si potenziano le risorse per garantire il diritto al lavoro dei disabili, ma dall’altra il governo Letta deve porre rimedio a una misura scriteriata ereditata dal governo Monti”

“È positivo l’incremento di 30 milioni di euro in due anni del fondo per il diritto al lavoro dei disabili. È paradossale, però, che una mano dia e l’altra tolga”. Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà Confcooperative e Portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Sociali, commenta l’emendamento presentato dal Governo al decreto lavoro – Iva che aumenta di 30 milioni il Fondo disabili per gli anni 2013-2014.

Numerosi i disabili in Italia in attesa di un posto di lavoro: “Bisogna dare opportunità concrete e garantire il diritto al lavoro In Italia c’è ancora molto da fare: infatti sono 644 mila i disabili iscritti al collocamento obbligatorio, secondo l’ultima relazione sul diritto al lavoro prevista dalla legge 68 del 1999”.

Guerini parla poi della situazione attuale dei lavoratori disabili: “Sono circa 20 mila i disabili che lavorano – conclude Guerini – e sono al contempo soci delle cooperative sociali di inserimento lavorativo aderenti all’Alleanza delle Cooperative Sociali (costituita da Federsolidarietà – Confcooperative, Legacoopsociali e Agci Solidarietà) che hanno una capacità di inserimento lavorativo 25 volte superiore alle altre imprese e agli enti pubblici”.

Il presidente di Federsolidarietà Confcooperative lancia poi anche un monito al governo Letta: “È paradossale, però, che una mano dia e l’altra tolga. Infatti – continua Guerini – da un lato si potenziano, giustamente, le risorse per garantire il diritto al lavoro dei disabili, ma dall’altra il governo Letta deve porre rimedio a una misura scriteriata ereditata dal governo Monti che fissa, a partire da gennaio 2014, l’aumento dell’l’IVA, dal 4 al 10% a carico dei disabili per i servizi socio sanitari di cui hanno assoluta necessità.

Una misura – conclude Guerini – che, se non dovesse essere abrogata, comporterà come minimo la riduzione del 6% dei servizi: lascerà senza servizi 500 mila persone e senza lavoro oltre 40 mila. È necessario intervenite subito per abrogare questo aumento dell’IVA a carico dei più deboli”.

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